Presa di posizione della Svizzera sull’utilizzo di armi chimiche in Siria


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Comunicato stampa, 27.01.2023

La Svizzera prende atto del terzo rapporto della commissione d’inchiesta dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), che ha indagato sulla responsabilità dell’utilizzo di armi chimiche il 7 aprile 2018 a Douma. La Svizzera condanna con fermezza l’impiego di queste armi e chiede che tutte le parti in conflitto in Siria si astengano dal farvi ricorso e rispettino le norme del diritto internazionale umanitario. I responsabili di crimini internazionali in Siria devono essere chiamati a rispondere di questi gravi fatti.

Nel suo terzo rapporto, pubblicato il 27 gennaio 2023, la commissione d’inchiesta dell’OPAC («Investigation and Identification Team», IIT) si è concentrata sull’impiego di armi chimiche a Douma, 10 km a nord-est di Damasco. L’IIT giunge alla conclusione che vi sono motivi fondati per ritenere che le persone responsabili di tale attacco fossero, al momento dei fatti, membri delle forze aeree della Repubblica araba siriana. Ritiene inoltre che la sera del 7 aprile 2018 almeno un elicottero delle cosiddette Tiger Forces abbia sganciato due cilindri di gas al cloro su altrettante abitazioni nella località di Douma, abitata da civili. L’attacco ha provocato la morte di 43 persone e ne ha colpite diverse altre decine.

La Svizzera, rappresentata presso l’OPAC dall’ambasciatore Heinz Walker, condanna con fermezza l’impiego di armi chimiche in Siria, che è vietato a tutte le parti in conflitto in ogni momento e in qualsiasi circostanza. Esorta pertanto tutti i belligeranti nel Paese a rispettare il diritto internazionale pubblico e in particolare il diritto internazionale umanitario. Sulla base del rapporto, la Svizzera chiede che i responsabili di questo episodio siano chiamati a rendere conto del proprio operato. Quale membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU, si impegna anche nel quadro di tale organo per il rispetto del diritto internazionale pubblico, adoperandosi a favore del rafforzamento della Corte penale internazionale per arginare il dilagante clima di impunità per i crimini più gravi e garantire la protezione della popolazione civile e di altre vittime del conflitto.

Per impedire nuovi attacchi ed evitare che tali gravi crimini rimangano impuniti, le indagini volte ad accertare i fatti sono di fondamentale importanza. La commissione dell’OPAC viene sostenuta politicamente e finanziariamente da molti Paesi membri, tra cui la Svizzera, che appoggia anche altre iniziative internazionali finalizzate a documentare crimini internazionali simili o di altro genere perpetrati da tutte le parti, e a rinviare a giudizio i responsabili. Tra queste iniziative rientrano meccanismi dell’ONU come l’«International, Impartial and Independent Mechanism for Syria» (IIIM) e gli sforzi di ONG siriane.

La Svizzera è decisa a portare avanti il proprio impegno umanitario a favore della popolazione colpita dal conflitto in Siria e nei Paesi confinanti, che hanno accolto la maggior parte dei profughi. Inoltre, continuerà a offrire i propri buoni uffici per contribuire a una pace duratura in Siria. A tal fine sostiene in particolare il processo di pace dell’ONU a Ginevra.


Informazioni supplementari:

Principi e obiettivi della politica svizzera del disarmo
Armi chimiche
Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) (fr)


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