Procedimento di confisca in relazione alla rivoluzione ucraina del 2014

Comunicato stampa, 25.05.2022

Nella seduta del 25 maggio 2022 il Consiglio federale ha deciso di avviare un procedimento amministrativo di confisca di valori patrimoniali bloccati in Svizzera a seguito della rivoluzione ucraina del febbraio 2014. La Svizzera sostiene così l’Ucraina, che sta incontrando diverse difficoltà nei suoi tentativi di confiscare tali averi. Difficoltà che sono aumentate con lo scoppio della guerra nel Paese. La decisione odierna non è legata alle sanzioni adottate nel 2022 contro la Russia.

Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze di avviare un procedimento di confisca presso il Tribunale amministrativo federale (TAF). Tale procedimento riguarda valori patrimoniali di Yuriy Ivanyushchenko e della sua famiglia che ammontano a oltre 100 milioni di franchi. Yuriy Ivanyushchenko è una delle persone vicine all’ex presidente Viktor Janukovyč, destituito nel febbraio del 2014 durante la rivoluzione ucraina.

Il TAF stabilirà se sussistono le condizioni per confiscare i valori patrimoniali in questione. In caso di confisca definitiva al termine del procedimento giudiziario, gli averi saranno restituiti all’Ucraina.

Il procedimento di confisca si basa sulla legge sui valori patrimoniali di provenienza illecita (LVP), che si applica solo in situazioni eccezionali. La LVP consente di confiscare i valori patrimoniali di persone politicamente esposte all’estero, ma a condizioni rigorose. In particolare, è necessario che gli organi giudiziari dello Stato estero abbiano già tentato di confiscare tali averi, ma senza riuscirci.

Blocco da parte del Consiglio federale nel febbraio del 2014 e procedimenti giudiziari

Nel 2014, pochi giorni dopo la destituzione di Viktor Janukovyč, il Consiglio federale aveva ordinato il blocco di tutti gli eventuali valori patrimoniali dell’ex presidente, come pure delle persone a lui vicine, in Svizzera. Nei mesi successivi, l’Ucraina ha avviato dei procedimenti penali per confiscare tali averi congelati in Svizzera e ha presentato alle autorità svizzere diverse richieste di assistenza giudiziaria. Da allora la Svizzera ha fornito all’Ucraina numerosi documenti e prove.

Tuttavia, nonostante tale cooperazione, sin dall’avvio dei procedimenti penali le autorità ucraine hanno incontrato diverse difficoltà nei loro tentativi di confiscare questi averi depositati in Svizzera e, ad oggi, non sono state in grado di emanare sentenze che ordinassero la confisca dei valori patrimoniali interessati. Inoltre, con lo scoppio della guerra in Ucraina, le difficoltà sono ulteriormente aumentate in modo drastico. Alla luce di questi elementi, il Consiglio federale ha quindi ritenuto che l’avvio di un procedimento di confisca in Svizzera fosse ormai possibile e opportuno.

Differenze rispetto alle sanzioni adottate nel 2022 contro la Russia

Le sanzioni adottate dalla fine di febbraio 2022 contro la Russia prevedono, tra le altre cose, il congelamento degli averi di determinate persone. Tali sanzioni si basano sulla legge sugli embarghi e hanno lo scopo di esercitare una pressione politica su uno Stato affinché rispetti il diritto internazionale. Si tratta di una situazione che non è paragonabile a quella degli averi dell’ex presidente ucraino Viktor Janukovyč e delle persone a lui vicine. In quest’ultimo caso, infatti, gli averi sono bloccati dal 2014 secondo la LVP e l’obiettivo della confisca basata sulla LVP è quello di determinare, in casi molto specifici, se gli averi in questione sono di origine illecita e se possono quindi essere confiscati.


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