Difensori dei diritti umani nei propri Paesi

Articolo, 09.12.2016

Il rispetto dei diritti umani, da cui dipende lo sviluppo delle popolazioni più svantaggiate, è una delle priorità della DSC. In alcuni Paesi la DSC contribuisce a consolidare istituzioni nazionali concepite per proteggere i cittadini dalle violazioni dei loro diritti fondamentali. Tre difensori dei diritti umani condividono la loro testimonianza.

Membri dell’esercito afghano, in divisa militare, ascoltano l’intervento di un difensore dei diritti umani.
La sensibilizzazione del personale di esercito e polizia al rispetto dei diritti umani è uno dei numerosi compiti assolti dalle istituzioni nazionali attive in questo ambito nel mondo. © AIHRC

Condizioni di vita dignitose, accesso ai servizi di base (sanità, istruzione, igiene, giustizia), assenza di trattamenti inumani o degradanti, diritto di partecipare alla vita pubblica e di esprimersi liberamente: i diritti umani fondamentali coprono uno spettro molto ampio. La DSC apporta il proprio contributo finanziando vari progetti nel mondo, dai moduli didattici di base accessibili a tutti all’integrazione dei più deboli nei meccanismi decisionali di un villaggio.

La DSC promuove inoltre i diritti fondamentali dei cittadini sostenendo processi di riforma legislativa e impegnandosi per garantire la trasparenza delle autorità pubbliche. Anche il rafforzamento dei media e della società civile va in questa direzione. Infine, in sette Paesi la DSC presta assistenza diretta alle istituzioni nazionali impegnate nella difesa dei diritti umani.

Dall’Afghanistan al Qatar

In Afghanistan, Pakistan, Bangladesh, Nepal, Bolivia, nel Territorio palestinese occupato e anche in Qatar, le istituzioni sostenute dalla DSC si presentano sotto diverse forme: dalle commissioni agli ombudsman fino agli istituti di ricerca. Ogni contesto nazionale ha le sue caratteristiche peculiari, ma gli obiettivi fondamentali delle istituzioni nazionali impegnate nella difesa dei diritti umani sono gli stessi in tutti i Paesi.

  • Queste istituzioni difendono tutti i cittadini vittime di violazioni dei diritti fondamentali e si battono affinché i colpevoli rendano conto delle proprie azioni;
  • monitorano la situazione in materia di diritti umani, raccolgono i dati utili in loco e informano le autorità e il pubblico sulle discriminazioni attestate;
  • assistono le istituzioni governative nell’adeguare le legislazioni internazionali agli standard internazionali in materia di diritti umani;
  • informano i cittadini sui loro diritti e sugli strumenti disponibili per difenderli.

La DSC stanzia in media 2,3 milioni CHF all’anno per rafforzare le istituzioni nazionali che sostiene. Questo importo comprende i contributi versati alle istituzioni e, in alcuni casi, il finanziamento di esperti tecnici messi a loro disposizione.

A ciò si aggiunge il dialogo politico portato avanti dagli uffici di cooperazione o dalle ambasciate di Svizzera nei Paesi interessati per garantire la legittimità e l’indipendenza delle istituzioni in questione. Inoltre la Svizzera si adopera a favore dell’attuazione pratica delle norme e degli standard internazionali in materia di diritti umani: un impegno fondamentale affinché centinaia di coraggiosi difensori dei diritti umani possano adempiere quotidianamente la loro missione.

Mohna Ansari, 40, Nepal

Mohna Ansari
Mohna Ansari ©International IDEA

La Commissione nazionale per i diritti umani del Nepal conta circa 210 collaboratori e collaboratrici impegnati a difendere gli interessi dei cittadini più svantaggiati nei settori della sanità, dell’istruzione e dell’alimentazione. Mohna Ansari lavora dal 2014 come commissaria in seno a questa istituzione.

Qual è la questione di cui si occupa maggiormente in questo periodo?

Oltre a visitare i centri di detenzione, una delle nostre priorità è garantire il benessere socioeconomico dei cittadini che si trovano in una condizione di marginalità. Negli ultimi mesi ho visitato molti distretti per incontrare gli abitanti colpiti dal terremoto, che hanno perso le loro case e le loro fonti di reddito nella tragedia. Purtroppo gli interventi di ripristino e di ricostruzione procedono molto a rilento.

Alaa Nazzal, 42, Territorio palestinese occupato

Alaa Nazzal
Alaa Nazzal © ICHR

La DSC cofinanzia la Commissione indipendente per i diritti umani dell’Autorità nazionale palestinese (Independent Commission for Human Rights, ICHR) con un contributo annuo di 400’000 CHF. Questa istituzione indaga soprattutto sulle violazioni dei diritti umani commesse da autorità palestinesi. Alaa Nazzal è il direttore dell’ufficio nella Cisgiordania del Nord.

Qual è la questione di cui si occupa maggiormente in questo periodo?

Siamo attualmente impegnati in una missione per l’accertamento dei fatti volta a determinare le circostanze dell’uccisione di due membri delle forze di sicurezza e di tre civili in due episodi collegati avvenuti lo scorso agosto a Nablus. La raccolta delle testimonianze di civili e autorità politiche e dei dati forensi è terminata, ma siamo ancora in attesa del rapporto relativo all’investigazione criminale a cura del procuratore militare.

Ali Jawed Rahman, 34, Afghanistan

Ali Jawed Rahman
Ali Jawed Rahman © AIHRC

La Commissione indipendente afghana per i diritti umani (Afghanistan Independent Human Rights Commission, AIHRC) opera in base a un mandato costituzionale che ha come obiettivo il monitoraggio, la tutela e la promozione dei diritti umani nel Paese. La DSC sostiene la Commissione sin dalla sua istituzione nel 2002, dopo il rovesciamento del regime dei talebani e la nomina dell’ex presidente Hamid Karzai. Nel 2015 l’AIHRC ha ottenuto l’accreditamento con status «A», a testimonianza dell’importanza e dell’indipendenza delle sue attività. Ali Jawed Rahman è coordinatore di programma nazionale nell’ambito dell’unità che si occupa dei diritti umani nell’istruzione.

Qual è la questione di cui si occupa maggiormente in questo periodo?

Ce ne sono moltissime! Tra le altre cose, mi occupo di monitorare la pubblicazione di nuovi testi scolastici sotto l’autorità del Ministero dell’istruzione, per assicurare che il loro contenuto sia conforme agli standard internazionali in materia di diritti umani.