Le sfide globali salgono sul palco con gli artisti di CULTURESCAPES

Sette musicisti da La Paz hanno raggiunto Basilea per presentare la loro orchestra sperimentale di strumenti nativi. Con loro, altri artisti dalla regione dell’Amazzonia stanno salendo sui palcoscenici di tutta la Svizzera. Hanno risposto all’invito della sedicesima edizione del Festival CULTURESCAPES, partenariato culturale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione. Parlano con il pubblico di sfide globali grazie al teatro, alla musica e all’arte.

I sette musicisti e il compositore dell’Ensemble OEIN sono in piedi. In mano, alcuni flauti di pan.

Con le loro esibizioni, gli artisti di CULTURESCAPES contribuiscono a portare nuove letture sulle attuali sfide globali. © OEIN

Le luci dello Stadtcasino, la sala concerti di Basilea, si spengono. Sul palco sono disposti otto tavoli, sui quali sono poggiati siku e wankaras, flauti di pan e percussioni. Sette musicisti da La Paz, che compongono l’Orquesta experimental de instrumentos nativos (Ensemble OEIN) sono pronti a suonarli. La sala si riempie di musica antica delle comunità andine. Nuove melodie raccontano invece un presente che è cambiato. 

Una piattaforma per discutere di sfide globali

Primo piano di Carlos Gutiérrez.
Il compositore dell’Ensemble OEIN Carlos Gutiérrez. © OEIN

Anche quest’anno il Festival CULTURESCAPES è protagonista per tutto il mese di ottobre in tredici città in Svizzera. Il tema è «Amazonas»: artisti dalla regione si esibiranno su più di quaranta palchi delle quattro regioni linguistiche. Anche l’Ensemble OEIN partecipa a questa edizione. Con la loro musica hanno già fatto tappa in Germania, Francia e ora anche in Svizzera. «Il fondamento musicale del nostro gruppo è duplice: la musica tradizionale rappresenta la base delle sue tecniche e della sua filosofia, mentre il nuovo repertorio musicale è un mezzo di espressione per rappresentare l’identità del nostro tempo», spiega Carlos Gutiérrez, compositore e direttore del gruppo. 

Un’identità che si confronta con temi globali che parlano di sostenibilità, centrali in questa edizione del Festival. Oltre a sostenere gli artisti dai Paesi dell’Est e del Sud del mondo – favorendo nuove collaborazioni, finanziamenti e reti di scambio – la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) rinnova il suo partenariato culturale con CULTURESCAPES proprio perché è capace di offrire una piattaforma di discussione sulle attuali sfide globali. Gli artisti, con le loro esibizioni sul tema, possono contribuire a portare nuove letture su questioni centrali, quali il cambiamento climatico, la deforestazione, o ancora le risorse idriche, per Paesi come la Colombia, la Bolivia o il Perù. La cultura diventa così un forte ripetitore, che fa arrivare i temi fino al singolo cittadino, in Svizzera come, per esempio, nelle comunità in Bolivia. «Il nostro approccio alla musica tradizionale ci ha fatto imparare ad ascoltare. Non solo ad ascoltare altri tipi di musica o altri modi di concepire la musica, ma più in generale ad ascoltare l’altro e capire ciò che ha da dire», continua Carlos Gutiérrez.

Fare rete tra istituzioni

Primo piano di Rudi von Planta
Rudi von Planta, capo del team Cultura e sviluppo della DSC. © DFAE

Nel suo impegno in partenariati culturali la DSC parte dalla convinzione che gli investimenti nella cultura possano portare a una maggiore inclusione della popolazione nei dibattiti, a nuove idee e a una maggiore partecipazione politica. «Il contatto con gli uffici della DSC in Sud America ha aiutato la direzione artistica di CULTURESCAPES a conoscere le autorità, le ONG, le università e le istituzioni culturali sul posto e a stabilire contatti preziosi», spiega Rudi von Planta, capo del team Cultura e sviluppo della DSC. «Nei Paesi della regione dell’Amazzonia – continua l’esperto – la DSC si sforza di mettere in rete le istituzioni culturali che collaborano a CULTURESCAPES con quelle del Paese e della regione, di stimolare le discussioni e di includere temi rilevanti nel dialogo politico con i governi». Per superare i limiti dettati dalla pandemia di COVID-19, il Festival ha organizzato anche un programma online, accessibile a tutti. Si è creata così una piattaforma di scambio per gli artisti della regione, che possono incontrarsi e dialogare anche in futuro al di là dei confini geografici. 

I partenariati culturali contribuiscono così anche all’inclusione sociale. Lo dimostrano anche i diversi progetti in Bolivia che la DSC sostiene sul posto tramite il fondo Suisse culture/ Fondo Suizo de Apoyo a la Cultura, gestito da Solidar Suisse. «Chiquitania Viva» è una delle iniziative sostenute: un laboratorio artistico aveva sviluppato foto, video, immagini che documentavano i costumi, le tradizioni e le pratiche dei popoli indigeni della Chiquitania, regione dell’Est della Bolivia. Con mostre itineranti questo patrimonio culturale veniva diffuso, conosciuto e compreso. Si ritrovano qui gli intenti dell’Ensemble OEIN illustrati in precedenza: favorire il dialogo tra le diverse comunità che costituiscono il Paese, nel rispetto dei differenti modi di vivere. 

Partenariati culturali e programmi globali: un’azione complementare

Primo piano di Martin Jaggi
Martin Jaggi ha trascorso quattro anni a Bogotá e cinque a Lima per la DSC. © DFAE

I partenariati culturali contribuiscono inoltre al raggiungimento degli obiettivi dei programmi globali della DSC, fatti di progetti di cooperazione a lungo termine e di cooperazione multilaterale. Martin Jaggi è stato per nove anni in Sud America come responsabile dei programmi della DSC sul posto. «Nell'uso sostenibile delle risorse naturali, la protezione della biodiversità e la lotta contro il cambiamento climatico, la regione andina e amazzonica è di importanza centrale, anche da una prospettiva globale», spiega. Ma la protezione di queste regioni ha anche un grande significato a livello culturale. «L'Amazzonia non è solo di enorme importanza per l’ecologia o l’economia globale, ma anche come patrimonio culturale dell’umanità. Iniziative come CULTURESCAPES approfondiscono questo aspetto, agendo dove i programmi di cooperazione non arrivano e rivolgendosi in particolare a un pubblico giovane», continua Martin Jaggi.

Una bambina con delle cuffiette sta guardando degli schermi posti su un tavolo. Accanto a lei due donne.
La DSC sostiene vari progetti in Bolivia. «Chiquitania Viva» è una delle iniziative sostenute. © DFAE

E proprio i giovani sono portavoce della volontà di dialogo e scambio tra culture. La DSC ha sostenuto tra il 2019 e il 2020 il lavoro di comunicazione dei giovani leader della «Coordinadora de las Organizaciones Indígenas de la Cuenca Amazónica» (COICA). La COICA è composta da rappresentanti delle rispettive organizzazioni nazionali dei popoli indigeni di Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Brasile, Venezuela, Suriname, Guyana francese e Guyana. Questa organizzazione è volta a promuovere gli interessi delle organizzazioni indigene a livello regionale e internazionale e coordina le loro attività politiche. «Le sue attività vanno a beneficio di tutti i popoli indigeni della regione amazzonica. Questo impegno viaggia sulla stessa onda di iniziative come quella di CULTURESCAPES», conclude Martin Jaggi. 

Gli appuntamenti con l’Ensemble OEIN e il programma completo di CULTURESCAPES sono disponibili sul sito dell’iniziativa. 

Sustainable Development goals Agenda 2030
© DFAE
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