«Le sfide che la Svizzera deve affrontare sono anche le nostre»

Dal gomito del Rodano, nei pressi di Martigny, Phonepaseuth Phouliphanh ci parla del Mekong. Il segretario generale del National Mekong Committee per il Laos si trova in Svizzera per una visita sul campo, proprio là dove è possibile cogliere nel modo migliore la grande competenza del nostro Paese nel campo della gestione idrica. Quali sono state le sue impressioni? Quali buone prassi porterà con sé dopo questa visita organizzata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione? Intervista. Tra sfide comuni e cooperazione per un futuro sostenibile.

Veduta aerea delle due delegazioni asiatiche nei pressi di una diga.

Dettagli tecnici ed esperienza sul campo: è questo il know-how svizzero che la DSC ha cercato di trasmettere alle due delegazioni del Sud-Est asiatico. © Dr Eric Bardou

I termini tecnici si sprecano. Sullo schermo si vedono diagrammi complessi e dettagliati. Organigrammi dell’unità di crisi, carta dei rischi, dispositivi legali di emergenza: scambi di opinioni tra esperte ed esperti. La sala in cui si trovano le delegazioni della la Commissione sul fiume Mekong (MRC) e dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) ha un nome appropriato: «Les Eaux-Vives». I 14 membri di queste due delegazioni dell’Asia del Sud-Est sono arrivati in Svizzera per una visita di studio, su invito della DSC, per discutere di acqua. E soprattutto per trarre ispirazione dal know-how svizzero nella gestione transfrontaliera e integrata di questa preziosa risorsa e nella riduzione del rischio di catastrofi. La visita li ha portati da Ginevra a Berna, con una deviazione a Martigny il giorno dell’intervista.

Ritratto di Phonepaseuth Phouliphanh con una diga sullo sfondo.
Tra due interventi delle autorità locali, Phonepaseuth Phouliphanh fa un bilancio dello scambio di esperienze tra la Svizzera e la regione del Mekong. © DFAE

È il 7 settembre. Le delegazioni si riuniscono nelle vicinanze di una diga filtrante sulla Dranse. Tra due interventi molti densi delle autorità locali, Phonepaseuth Phouliphanh, segretario generale del National Mekong Committee del Laos, ci racconta le sue impressioni.

Quali sono secondo Lei le principali sfide legate alla gestione dell’acqua nel Suo Paese?

In Laos le risorse idriche rappresentano allo stesso tempo un’opportunità e una sfida. L’acqua è abbondante, soprattutto nel Mekong. Questo ci permette di sfruttare il fiume per la produzione di energia idroelettrica e per l’irrigazione dei terreni agricoli. Il problema principale è l’impatto di queste attività sull’ambiente.

La regione è particolarmente vulnerabile alle inondazioni, che stanno diventando sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Nel Laos come nelle regioni confinanti, popolazioni residenti e ambiente ne subiscono fortemente gli effetti. Dobbiamo perfezionare in fretta la nostra capacità di monitorare e prevedere simili eventi.

In base alle esperienze raccolte durante il Suo soggiorno, ha notato somiglianze tra il Laos e la Svizzera per quanto riguarda la gestione dell’acqua?

Penso che la situazione dei nostri due Paesi presenti molte similarità. La più evidente è certamente il fatto che né la Svizzera né il Laos hanno sbocchi al mare, e questo esige un grande coordinamento e dialogo con gli Stati confinanti sulle questioni idriche.

La Svizzera, con la sua impressionante capacità idroelettrica basata su oltre 200 grandi dighe, è un esempio per noi: siamo consapevoli che il Mekong è una risorsa preziosa, e vogliamo sviluppare questo settore in modo razionale. La Svizzera, grazie alla sua esperienza, è un punto di riferimento per il buongoverno e la gestione sostenibile delle dighe.

Come la Svizzera, anche il Laos sta sviluppando il settore idroelettrico. A volte veniamo definiti la “piccola batteria” dell’Asia.
Phonepaseuth Phouliphanh, segretario generale del National Mekong Committee del Laos
A gesti, uno dei partecipanti dà spiegazioni alle delegazioni asiatiche nelle vicinanze di una diga.
La regione del Mekong e la Svizzera devono affrontare sfide analoghe. Le soluzioni sperimentate in Svizzera potrebbero essere adattate alla realtà del Sud-Est asiatico. © DFAE

La discussione si interrompe. Una volta concluse le presentazioni teoriche, è il momento di passare agli aspetti pratici. Le autorità locali illustrano il funzionamento della barriera filtrante eretta recentemente sulla Dranse. La devastante inondazione provocata da questo fiume nel 2006 è ancora fresca nella memoria dell’ingegnere Michel Roduit, che ne parla oggi in qualità di responsabile del sistema di risposta di emergenza in caso di catastrofi naturali nella regione.

Tra una spiegazione tecnica e l’altra dell’ingegnere, Phonepaseuth Phouliphanh ci dice: «È proprio a questo tipo di esperienze e di competenze che vogliamo ispirarci. Vogliamo capire meglio come la Svizzera affronta queste sfide e come si organizza, a livello locale, nazionale e internazionale».

La discussione riprende.

È proprio questo il punto: quali competenze la Svizzera può mettere a disposizione dell’MRC e della Sua regione attraverso la DSC?

La DSC è un partner fondamentale per lo sviluppo della regione. Come commissione per la promozione e il coordinamento delle risorse idriche nella regione del Mekong diamo un grande peso alla cooperazione con la Svizzera e al suo sostegno. La visita in corso è un esempio perfetto di questa cooperazione. Le vostre sfide sono anche le nostre. Per esempio, certamente trarremo ispirazione dal modo in cui la Svizzera gestisce le acque del Rodano tramite accordi internazionali. Qui a Martigny abbiamo potuto studiare nel dettaglio l’organigramma del sistema di intervento e di monitoraggio in caso di rischio di inondazione a livello regionale e nazionale. Anche in questo ambito possiamo raccogliere esperienze e know-how.

Penso che il lato tecnico della visita, molto orientata alla pratica, sia stato ideale per approfondire questa condivisione e questa cooperazione tra la regione del Mekong e la Svizzera.

La seconda giornata di visita sul campo sta volgendo al termine. È sull’autobus verso Martigny che il signor Watt Botkosal, direttore della divisione amministrativa dell’MRC, tira le somme. Il tono rimane serio, nonostante la visita dell’anfiteatro romano che attende le due delegazioni. Il bilancio dell’incontro, organizzato dalla DSC, è positivo.

«Dal soggiorno in Svizzera traggo lezioni molto costruttive. Questa esperienza pratica ci sarà sicuramente utile ed è adattabile alla nostra realtà. La cosa essenziale per noi è migliorare la cooperazione a livello locale e internazionale. Con la costruzione di dighe per la produzione di energia idroelettrica, per esempio, il flusso del fiume Mekong può variare notevolmente: ciò che succede a monte ha conseguenze a valle. Un coordinamento efficace è quindi essenziale, sia per la protezione della popolazione locale che per l’ambiente.

In questo senso, l’esempio di Ginevra e della Francia nella gestione delle acque transfrontaliere è stato molto interessante. Anche noi vogliamo andare in questa direzione. Vogliamo avviare discussioni a livello locale per identificare problemi e sfide tecniche che possono in seguito tradursi in leggi o in decisioni politiche a un livello superiore».

Inizio pagina