Quest’ultima missione ESA dovrebbe fornire delle risposte sull’origine e sullo sviluppo della Via Lattea. Ad esempio, Gaia permetterà di studiare in dettaglio la posizione, l’origine e la formazione delle stelle, compreso il processo di decadimento della materia quando si spengono. Non solo: traccerà con una precisione fino ad oggi impensabile la mappa di quasi un miliardo di stelle, determinandone la posizione esatta, la distanza e il moto proprio. Gli astronomi confidano nelle misurazioni di Gaia anche per identificare eventuali corpi celesti sconosciuti, come asteroidi e comete all’interno del nostro sistema solare, pianeti al di là della Via Lattea o altre galassie attive e lontanissime. La sonda dovrebbe infine dimostrare direttamente la deviazione della luce dovuta alla gravità dei pianeti. Si tratterebbe della prima vera dimostrazione sperimentale del fenomeno, che contribuirebbe a determinare la cosiddetta «costante gravitazionale G» e a verificare la teoria della relatività generale.
Alla missione ESA partecipano sia il settore industriale che quello economico del nostro Paese. L’industria aerospaziale svizzera, grazie alle sue competenze di altissimo livello, si è aggiudicata commesse per venti milioni di franchi, occupandosi soprattutto di realizzare le componenti e i sistemi satellitari di Gaia. Gli studiosi svizzeri, dal canto loro, si sono concentrati sulla rilevazione e sul trattamento dei dati già durante i preparativi della missione facilitando così il successivo lavoro di analisi delle osservazioni effettuate.Informazioni supplementari:
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Consulente scientifico, Divisione Affari spaziali
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