Il sistema di scambio di quote di emissioni svizzero è uno strumento importante di economia di mercato per la protezione del clima. Serve a ridurre i gas serra delle imprese svizzere che ne emettono quantità particolarmente elevate. Tra il 2013 e il 2020 il limite massimo ammesso per le emissioni diminuirà di almeno il 13 per cento (cfr. scheda).
La Svizzera vuole collegare il proprio SSQE a quello dell'UE, affinché le proprie imprese possano partecipare al mercato europeo delle emissioni, più grande e dotato di maggiore liquidità, e beneficiare delle stesse condizioni concorrenziali delle imprese europee. A tal fine, il 23 novembre 2017 è stato sottoscritto un accordo con l'UE che è stato approvato dal Parlamento il 22 marzo 2019 insieme alle modifiche necessarie alla legge sul CO2 in vigore. Per attuare tali decisioni è necessario adeguare l'ordinanza sul CO2. L'accordo di collegamento dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2020.
Inclusione del traffico aereo civile e delle centrali a combustibili fossili
Con la revisione parziale dell'ordinanza sul CO2 saranno incluse nel SSQE svizzero anche le emissioni di CO2 provenienti dal traffico aereo e da eventuali centrali a combustibili fossili (cfr. scheda). Queste emissioni saranno quindi ridotte costantemente nel loro complesso, come avviene già oggi nel SSQE dell'UE. La regolamentazione riguarderà i voli interni e quelli dalla Svizzera verso un Paese dello Spazio economico europeo (UE come pure Islanda, Liechtenstein e Norvegia). Affinché il collegamento sia valido anche dopo il 2020 occorre introdurre le disposizioni necessarie nella legge sul CO2 totalmente riveduta, attualmente discussa in Parlamento. La consultazione durerà fino al 2 luglio 2019.
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Andrea Burkhardt, capo della divisione Clima, Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), tel. +41 58 46 2 64 94
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