Su incarico del Consiglio federale, le autorità svizzere competenti hanno analizzato due direttive dell'Unione europea (UE) e le eventuali differenze con il diritto svizzero. Si tratta della «Direttiva riguardante il recupero e la confisca dei beni» e della «Direttiva relativa alla definizione dei reati e delle sanzioni per la violazione delle misure restrittive dell'Unione», adottate dall'UE il 24 aprile 2024. Le due direttive UE si prefiggono di rafforzare le misure di contrasto alla criminalità transfrontaliera, in particolare attraverso la confisca dei beni di origine illecita, e di armonizzare i procedimenti penali e le sanzioni comminate in caso di violazioni delle sanzioni.
Recupero e confisca di beni illeciti
Il primo rapporto pubblicato il 27 novembre 2024 riguarda la «Direttiva riguardante il recupero e la confisca dei beni». Questa direttiva contiene norme minime per identificare, congelare, gestire e confiscare beni illeciti nel contesto dei procedimenti penali all'interno dell'UE. Si prefigge di rafforzare le indagini finanziarie e di armonizzare ulteriormente le norme sulla confisca negli Stati membri dell'UE. In particolare, ciò dovrebbe agevolare la cooperazione transfrontaliera all'interno dell'UE e con i Paesi terzi. La direttiva va distinta da altre iniziative dell'UE per utilizzare, a beneficio dell'Ucraina, i proventi straordinari dei beni legalmente acquisiti dallo Stato russo, ma congelati sulla base delle sanzioni contro la Russia.
Dall'analisi emerge che il diritto svizzero dispone di norme sostanzialmente paragonabili a quelle stabilite dalla direttiva europea. Alcune differenze, tuttavia, sono state rilevate ad esempio nell'organizzazione delle entità responsabili del recupero dei beni illeciti, nei metodi di confisca previsti e nel quadro strategico per il recupero dei beni illeciti. I dipartimenti competenti continueranno a seguire gli sviluppi a livello internazionale.
Perseguimento e penalità in caso di violazioni delle sanzioni
Il secondo rapporto, pubblicato il 27 novembre 2024, analizza i principali strumenti di cui dispone la Svizzera per perseguire e sanzionare le persone fisiche o le società che violano le sanzioni. Inoltre, confronta questi strumenti con quelli dell'UE. Nell'ambito delle sanzioni, il Consiglio federale ritiene importante che le misure adottate vengano attuate in modo efficace e che vengano inflitte pene adeguate ai responsabili di crimini e infrazioni.
Il rapporto giunge alla conclusione che i quadri legislativi svizzero ed europeo sono simili. Come nell'UE, anche in Svizzera le basi legali consentono di perseguire e sanzionare qualsiasi violazione delle sanzioni con multe, pene pecuniarie o detentive. Con la legge sugli embarghi (RS 946.231) in vigore da oltre 20 anni, la Svizzera è ben equipaggiata per affrontare le violazioni delle sanzioni. Ad esempio, un individuo può rischiare une pena detentiva fino a cinque anni, una pena pecuniaria fino a 540 000 franchi o una multa di 100 000 franchi, a seconda della gravità del reato. L'analisi evidenzia inoltre alcune differenze tra le disposizioni svizzere e quelle della direttiva europea, in particolare per quanto riguarda le sanzioni applicabili alle società.
Bericht über die Unterschiede zwischen der EU-Richtlinie zur Definition von Straftatbeständen und Sanktionen bei Verstoss gegen restriktive Massnahmen der Union und dem geltenden Schweizer Recht(pdf, 384kb)
Bericht zum Regelungsunterschied zwischen der Richtlinie (EU) 2024/1260 des Europäischen Parlaments und des Rates vom 24. April 2024 über die Abschöpfung und Einziehung von Vermögenswerten und dem in diesem Bereich anwendbaren Schweizer Recht(pdf, 324kb)
Rapport sur les différences de réglementation entre, d’une part, la directive (UE) 2024/1260 du Parlement européen et du Conseil du 24 avril 2024 relative au recouvrement et à la confiscation d’avoirs et, d’autre part, le droit suisse applicable(pdf, 324kb)
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