Le attuali misure di controllo alle frontiere svizzere sono sufficienti

Berna, Press releases, 18.12.2015

Venerdì, il Consiglio federale ha discusso se, in considerazione della situazione attuale, sia opportuno intensificare i controlli alle frontiere. È giunto alla conclusione che le misure esistenti del Corpo delle guardie di confine (Cgcf), che effettua controlli doganali e in caso di sospetto delle polizia controlla anche le persone, sono sufficienti. Gli organi di sicurezza continuano tuttavia a osservare attentamente la situazione e, se necessario, adotteranno ulteriori misure.

La Svizzera non è membro dell’unione doganale europea e ha quindi a disposizione alle frontiere interne un gruppo costante di collaboratori e un’infrastruttura di controllo. Nell’ambito dei controlli doganali, il Cgcf effettua già controlli delle persone in caso di sospetto della polizia. Se la situazione lo richiede il Cgcf intensifica tali controlli rafforzando la sua presenza nelle regioni di frontiera, come successo nelle scorse settimane.

Il codice frontiere Schengen, che vale anche per la Svizzera, obbliga gli Stati membri a sottoporre le persone alle proprie frontiere esterne a un controllo minimo, teso ad accertare l’identità dei viaggiatori e verificare l’autenticità dei documenti di viaggio. Nei tre aeroporti nazionali, che costituiscono frontiere esterne di Schengen, la Svizzera verifica pertanto sistematicamente i documenti di viaggio e le generalità di tutti i viaggiatori, confrontando i dati nei sistemi di ricerca di persone nazionali ed europei. Venerdì, il Consiglio federale ha deciso di mantenere questa prassi e quindi di sfruttare appieno il margine di manovra giuridico a disposizione per i controlli di sicurezza.

Nessuna minaccia dell’ordine pubblico e della sicurezza interna

Venerdì, il Consiglio federale ha pure esaminato ulteriori provvedimenti in riferimento ai controlli di frontiera, discutendo l’opportunità, vista l’attuale situazione della migrazione e della sicurezza, di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere interne ai sensi del codice frontiere Schengen. Tale reintroduzione presuppone una situazione eccezionale che metta a rischio l’ordine pubblico o la sicurezza interna. Venerdì, il Consiglio federale ha constatato che attualmente tale presupposto non è dato. I controlli alle frontiere ai sensi del codice frontiere Schengen non sono quindi al momento né necessari né adeguati per affrontare la situazione attuale.

Il Consiglio federale conferma la propria posizione

Il Consiglio federale ha pertanto ribadito la sua posizione, confermando l’analisi degli organi di sicurezza della Confederazione e dei Cantoni. Innanzitutto, i controlli alla frontiera ai sensi del codice frontiere Schengen non sono uno strumento idoneo per regolare il numero di domande d’asilo. Inoltre, i controlli mobili basati sui rischi, come quelli effettuati dal Cgcf, sono di regola molto più efficaci ed efficienti per scongiurare i pericoli rispetto ai controlli ad ampio raggio. D’altronde, considerando che passano ogni giorno il confine svizzero 750 000 persone e 350 000 autoveicoli, questi controlli non sarebbero realizzabili.

In stretta collaborazione con la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, gli organi di sicurezza della Confederazione analizzano costantemente la situazione e gli sviluppi sia nel settore della migrazione che in quello della sicurezza. In caso di necessità, il Consiglio federale è disposto ad adottare ulteriori provvedimenti, d’intesa con le autorità federali e cantonali coinvolte e i Paesi limitrofi.


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