Il benessere a lungo termine della Svizzera dipende da un’Europa sicura, stabile e prospera. Per questo motivo, dal 2007 la Svizzera ha sostenuto oltre 250 progetti nel quadro del contributo all’allargamento negli Stati che hanno aderito all’UE dopo il 2004 («UE-13»: Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria).
Anche per il secondo contributo è previsto lo stanziamento di 1302 milioni di franchi dilazionati in dieci anni, ossia mediamente 130 milioni di franchi all’anno. 1102 milioni di franchi saranno destinati ai Paesi dell’UE-13 per il rafforzamento della coesione, anche tramite le attività nel nuovo ambito prioritario della formazione professionale, mentre 200 milioni di franchi saranno impiegati per provvedimenti nel settore della migrazione anche in Paesi che non appartengono all’UE-13, ma che sono particolarmente interessati dai fenomeni migratori. Con le sue competenze, la Svizzera intende contribuire a ridurre le disparità economiche e sociali negli Stati membri dell’UE beneficiari del contributo e all’interno dell’Unione, migliorare le prospettive dei giovani e concorrere a una migliore gestione dei flussi migratori. In funzione delle priorità dei Paesi partner, i mezzi finanziari potranno essere impiegati anche in altri campi, come l’ambiente e i cambiamenti climatici, il sostegno alla società civile, la cooperazione nell’ambito della ricerca, la salute e la sicurezza sociale, il sostegno al settore privato e la sicurezza. I fondi preventivati per il secondo contributo saranno riportati nel piano finanziario 2020-2022.
Il secondo contributo svizzero è un investimento nella sicurezza, nella stabilità e nella prosperità ed è pertanto in linea con gli interessi della Svizzera. Il Consiglio federale ha ribadito l’importanza di una fruttuosa collaborazione con l’UE e sottolineato a più riprese l’obiettivo del consolidamento delle relazioni bilaterali. Con il secondo contributo la Svizzera rafforza e approfondisce le sue relazioni bilaterali con i Paesi partner e con l’intera Unione.
Il secondo contributo svizzero è un contributo autonomo, non direttamente connesso ad altri dossier, ma si inserisce nel contesto delle relazioni bilaterali Svizzera-UE. Il 2 marzo 2018, il Consiglio federale ha precisato la propria strategia negoziale nel campo della politica europea. Tenendo conto dei progressi auspicati nell’ambito degli accordi di accesso al mercato e di cooperazione nonché nel chiarimento delle questioni istituzionali, l’avvio della procedura di consultazione rappresenta un ulteriore passo avanti sul fronte del contributo svizzero. Al termine della procedura di consultazione, il Consiglio federale condurrà un’analisi dei risultati e valuterà lo stato e gli sviluppi delle relazioni complessive Svizzera-UE, in particolare nell’ambito del riconoscimento dell’equivalenza della borsa svizzera. Su questa base deciderà poi come procedere.