Per molti cittadini dell’Europa orientale l’adesione dei loro Paesi all’Unione europea nel 2004 ha rappresentato la realizzazione di un sogno. In segno di solidarietà e riconoscimento dell’allargamento dell’UE quale passo importante per migliorare il benessere e la democrazia in Europa, la Svizzera ha sostenuto 210 progetti in questi Paesi per un importo totale di 1 miliardo di franchi. Nel rapporto annuale 2017 sul contributo della Svizzera all’allargamento dell’UE la SECO e la DSC tracciano un bilancio.
Molti risultati apprezzabili
I seguenti esempi dimostrano che i 210 progetti finanziati dalla Svizzera hanno permesso di ridurre in maniera notevole le disparità sociali ed economiche.
Nel settore ambientale, grazie agli investimenti nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili sono state ridotte di circa 100 000 tonnellate all’anno le emissioni di CO2; è stata inoltre migliorata l’attrattiva dei trasporti pubblici e sono state smaltite a norma 130 00 tonnellate di amianto.
I progetti di promozione della crescita economica hanno creato più di 5000 posti di lavoro.
La Svizzera ha fornito un importante contributo alle riforme in corso in ambito sociale: ad esempio, l’introduzione di nuove terapie ha migliorato le condizioni di vita dei residenti di 93 istituti.
Per garantire la tutela della sicurezza pubblica, le squadre di intervento mobile lungo la frontiera esterna dello spazio Schengen hanno ricevuto 105 veicoli speciali e investito in misure di formazione continua.
Per rafforzare la società civile, la Svizzera ha sostenuto circa 800 organizzazioni non governative (ONG).
Ricorso alle conoscenze specifiche della Svizzera
Anche la Svizzera ha contributo al successo dei progetti apportando le sue conoscenze specifiche e ha potuto beneficiare dei nuovi partenariati instaurati. Il dieci per cento circa dei contributi è infatti stato versato a imprese, organizzazioni e università svizzere per le prestazioni fornite nei Paesi partner. Qui di seguito alcuni esempi.
Nel quadro di 88 partenariati bilaterali di ricerca sono stati depositati 28 nuovi brevetti.
27 reparti di neonatologia lituani sono stati dotati di apparecchiature moderne. La mortalità infantile è scesa dell’80 per cento circa rispetto al 1992. Varie imprese svizzere hanno fornito dispositivi medici per un valore totale di 2,3 milioni di franchi.
In una zona portuale lettone sono state aspirate 1700 tonnellate di petrolio, riducendo così del 60-70 per cento l’inquinamento delle acque sotterranee. Per la sorveglianza della bonifica è stata utilizzata una tecnologia svizzera. Hanno inoltre contributo al successo del progetto esperti svizzeri in materia di risanamento.
Alcuni progetti per il rafforzamento del monitoraggio ambientale hanno favorito gli scambi con esperti svizzeri. Un’impresa elvetica ha inoltre ricevuto una commessa per la fornitura di hardware e software di monitoraggio in tempo reale con GPS.
In collaborazione con l’Istituto universitario federale per la formazione professionale (IUFFP), l’omonimo istituto slovacco ha orientato maggiormente la formazione professionale ai bisogni dei datori di lavoro. Il Parlamento slovacco ha adottato una nuova legge sulla formazione professionale ispirata al modello svizzero.
200 progetti di partenariato in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria hanno permesso di instaurare scambi di natura tecnica con Comuni, Città, fondazioni e associazioni svizzere.
L’adeguamento dei piani di emergenza, la realizzazione di dighe di emergenza facilmente trasportabili e la stabilizzazione dei muri di protezione hanno permesso di ridurre fortemente i rischi di inondazione in Ungheria. Il PF di Zurigo e un’impresa svizzera hanno partecipato strettamente all’attuazione del progetto.
Questi partenariati continueranno a unire la Svizzera e i suoi Paesi partner europei anche in futuro. Grazie al contributo all’allargamento la Svizzera è considerata un partner affidabile e solidale, che partecipa in maniera costruttiva alla risoluzione delle sfide transfrontaliere in Europa.