Dopo la terza tornata di colloqui esplorativi sull’approccio «a pacchetto» del Consiglio federale, oggi la segretaria di Stato Livia Leu e la segretaria generale della Commissione europea Ilze Juhansone hanno firmato il memorandum d’intesa (Memorandum of Understanding, MoU), giuridicamente non vincolante, concernente il secondo contributo svizzero. Il MoU era già stato approvato sia dal Consiglio federale che dall’UE rispettivamente il 24 novembre 2021 e il 4 aprile 2022.
Il 30 settembre 2021 il Parlamento svizzero aveva sbloccato il contributo lanciando così un segnale positivo all’UE per il proseguimento e l’ulteriore sviluppo della via bilaterale.
Il MoU disciplina i punti chiave del secondo contributo svizzero, tra cui l’importo, la ripartizione tra i Paesi partner, le priorità tematiche, determinati principi di cooperazione e l’attuazione.
Il MoU costituisce pertanto il quadro di riferimento per i colloqui in corso con i Paesi partner sui rispettivi accordi di attuazione bilaterali, che stabiliscono tra le altre cose le priorità tematiche specifiche dei Paesi in questione. I negoziati dovrebbero proseguire speditamente e concludersi possibilmente entro la fine di quest’anno.
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Il secondo contributo svizzero, insieme alle competenze della Svizzera, contribuirà a ridurre le disparità economiche e sociali e a migliorare la gestione dei flussi migratori in alcuni Stati membri dell’UE.
Il credito quadro «coesione», di 1047 milioni di franchi, mira a sostenere la riduzione delle disparità economiche e sociali nei 13 Paesi che hanno aderito all’UE nel 2004 (UE-13). Il credito quadro «migrazione», di 190 milioni di franchi, è destinato invece a misure nel settore della migrazione anche in Paesi dell’UE che non fanno parte dell’UE-13. Insieme alle spese proprie dell’Amministrazione federale, pari a 65 milioni di franchi (il 5 %), i crediti quadro formano il secondo contributo svizzero, che ammonta a 1302 milioni di franchi ripartiti su 10 anni. Come per il contributo all’allargamento, anche il secondo contributo svizzero confluisce in progetti e programmi selezionati nei Paesi partner e non viene trasferito direttamente nei loro bilanci o all’UE.
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