La Svizzera intende candidarsi alla presidenza dell’OSCE nel 2026

Comunicato stampa, 19.12.2024

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha informato oggi ufficialmente l’attuale presidente dell’OSCE, il ministro degli esteri maltese Ian Borg, della candidatura. La Svizzera era già stata contattata da numerosi Paesi in merito a una sua presidenza. Con la sua candidatura vuole sottolineare come il dialogo e la cooperazione siano l’unica strada percorribile per trovare soluzioni pacifiche e durature alle crisi, soprattutto in tempi geopolitici difficili, che pongono sfide importanti anche all’OSCE.

Bandiere con il logo dell'OSCE davanti alla sede dell'organizzazione a Vienna.
Bandiere con il logo dell'OSCE davanti alla sede dell'organizzazione a Vienna. © Keystone

L’OSCE sta navigando in acque tutt’altro che tranquille: la guerra in Ucraina, gli spostamenti degli assi di potere a livello globale, la crescente competizione tra le principali potenze, la polarizzazione e la divergenza di interessi e valori, per non parlare poi della crescente influenza dei sistemi di governo autoritari stanno mettendo sotto pressione i valori fondamentali dell’OSCE, ossia il dialogo, la promozione della fiducia e la cooperazione, limitando così il raggio d’azione dell’Organizzazione, che prende le sue decisioni per consenso. Ciononostante, l’OSCE continua a fornire un contributo prezioso alla sicurezza, come sottolinea il Consiglio federale nella sua Strategia di politica estera 2024–2027. La Svizzera intende impegnarsi per garantire il mantenimento della capacità di azione dell’OSCE e della sua inclusività come piattaforma di dialogo tra tutti gli Stati partecipanti.

Per tale ragione la Svizzera si candida alla presidenza dell’Organizzazione nel 2026. Con una lettera, il consigliere federale Ignazio Cassis ha informato ufficialmente l’attuale presidente dell’OSCE, il ministro degli esteri maltese Ian Borg, della candidatura della Svizzera. Il Consiglio federale aveva approvato la candidatura nella seduta di venerdì scorso, dopo di che erano state consultate le Commissioni della politica estera del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati.

Con la sua candidatura, la Svizzera intende sottolineare che, soprattutto in momenti delicati sotto il profilo della politica di sicurezza, il dialogo e la cooperazione con tutti gli Stati partecipanti sono l’unica strada percorribile per trovare soluzioni pacifiche e durature alle guerre, alle crisi e ai conflitti. La Svizzera era già stata incoraggiata da numerosi Paesi a candidarsi alla presidenza. [PFEP1] 

Gli Stati partecipanti dell’OSCE a Vienna decideranno entro la fine dell’anno sulla candidatura della Svizzera alla presidenza dell'organizzazione nel 2026. Il nostro Paese assumerebbe così questa funzione per la terza volta, dopo il 1996 e il 2014.

57 Paesi partecipanti tra Vancouver e Vladivostok
Con sede a Vienna e con 57 Stati partecipanti, l’OSCE è la più grande organizzazione regionale per la sicurezza, e annovera il superamento delle divergenze e l’instaurazione di un clima di fiducia tra le sue priorità. L’OSCE si basa sui dieci cosiddetti principi di Helsinki, tra cui la sovranità, la rinuncia alla violenza, l’integrità territoriale, il rispetto dei diritti umani e le libertà fondamentali.
La Svizzera ne è membro dal 1975, quando a Helsinki è stato adottato l’Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE). Nel 1994 la CSCE è diventata l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).


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