All’inizio del 2018, all’aeroporto di Basilea-Mulhouse entrerà in vigore il nuovo regime fiscale che chiarisce, tra gli altri punti, quali imposte debbano essere versate alla Svizzera e quali alla Francia dalle imprese svizzere operanti nell’area dell’EuroAirport. L’annuncio ufficiale della ratifica dell’accordo da parte della Francia non è ancora giunto, ma all’indomani dell’approvazione da parte dell’Assemblea nazionale francese questo passaggio sarà una semplice formalità. «L’accordo è una conquista per entrambi gli Stati e per lo sviluppo economico dell’intera regione trinazionale del Reno Superiore» ha dichiarato il consigliere federale Cassis al termine del colloquio con il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian oggi a Parigi. L’accordo offer un quadro giuridico chiaro per le imprese con sede presso l’EuroAirport, dunque in territorio francese, consente di gestire anche in futuro l’importante infrastruttura sostenuta dai due Paesi e potenzialmente favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro presso l’area dell’aeroporto, ha spiegato il consigliere federale Cassis.
Cassis e Le Drian hanno inoltre confermato che si sono concluse le trattative sullo scioglimento della Convenzione tra la Svizzera e la Francia concernente l’assistenza degli indigenti del 1931.
Questa convenzione, che non è più in vigore dalla fine di novembre del 2017, disciplinava la restituzione reciproca di contributi dell’aiuto sociale versati a determinate categorie di cittadini di uno dei due Paesi residenti nell’altro Stato.
L’incontro, che è servito ai due ministri degli esteri per conoscersi, ha messo in evidenza le strette relazioni bilaterali che intercorrono tra i due Paesi. Con un volume commerciale di circa 27 miliardi di franchi la Francia è il quarto partner economico della Svizzera. Scienziati dei due Paesi collaborano nel quadro di ben 459 progetti rientranti nel programma di ricerca dell’UE. Oltre 170 000 frontalieri vengono ogni giorno in Svizzera per lavorare e nelle circa 2200 aziende svizzere con sede in Francia sono impiegate più di 100 000 persone.
Oltre alle questioni bilaterali, i due ministri si sono confrontati anche sulla situazione in Europa, sulla politica della Svizzera verso l’UE e su aspetti internazionali. In relazione alla politica svizzera nei confronti dell’UE, i due ministri hanno tematizzato lo stato di attuazione del nuovo articolo costituzionale sull’immigrazione (art. 121a Cost.) e le trattative sulle questioni istituzionali. Hanno inoltre discusso sul futuro dell’UE dopo l’uscita del Regno Unito.
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