La congiuntura interna sostiene l’economia svizzera nel mezzo della recessione europea

Comunicato stampa, 11.06.2013

Berna, 11.06.2013 - Previsioni congiunturali del gruppo di esperti della Confederazione per l’estate 2013*. Anche nella primavera 2013, nonostante il perdurare della recessione nella zona euro, l’economia svizzera ha retto relativamente bene. Sussiste tuttavia un divario tra la robusta congiuntura interna e il rallentamento delle esportazioni. Questo modello congiunturale potrebbe protrarsi anche per il resto dell’anno, con una dinamica di crescita complessivamente moderata e una disoccupazione in leggero aumento. Il gruppo di esperti conferma in gran parte la valutazione formulata nelle ultime previsioni (di marzo) e per il 2013 si attende una crescita del PIL dell’1,4%. Per il 2014 si prevede una ripresa più solida della congiuntura che riguarderà anche i settori delle esportazioni e il mercato del lavoro (previsioni PIL +2,1%). Affinché questo avvenga, è indispensabile che l’economia mondiale riprenda slancio e che la zona euro, in particolare, esca dalla recessione, il che è tuttora fonte di grande incertezza.

Congiuntura internazionale
La congiuntura internazionale prosegue la sua faticosa ripresa. La dinamica di crescita dell’economia mondiale, frenata dai problemi debitori che affliggono molti Paesi dell’OCSE, potrebbe rinvigorirsi in modo tangibile solo nel corso del 2014. Il quadro della situazione tra i grandi spazi economici è però molto differenziato.

La debole congiuntura nella zona euro continua ad avere un effetto frenante sulla congiuntura mondiale. Negli ultimi mesi la crisi del debito sui mercati finanziari si è ulteriormente attenuata, un’evoluzione che si rispecchia ad esempio nell’abbassamento dei premi di rischio per i prestiti pubblici dei Paesi periferici del sud. Tuttavia, nonostante questa distensione, la zona euro non è ancora uscita dalla recessione. Nei Paesi dell’Europa meridionale, in particolare, le tensioni generate dall’austerità della politica finanziaria, dai profondi adeguamenti strutturali e dall’indebolimento dei settori bancari non lasciano tuttora intravvedere la fine della flessione congiunturale. Il ridimensionamento dei fattori penalizzanti potrebbe rivelarsi molto lento. In relazione al consolidamento delle finanze pubbliche, ad esempio, vista la difficile situazione in cui versa l’economia, si delinea una certa flessibilizzazione in termini di scadenze (vale a dire che dovrebbe essere concesso più tempo per ridurre il deficit), ma non un sostanziale distanziamento dalla linea finora adottata. Alla luce di quanto precede, si presuppone che nel corso dell’anno l’economia della zona euro subirà un’ulteriore netta contrazione (previsione -0,7%) e che inizierà a riprendersi lentamente solo nel 2014 (+0,9%), con notevoli divari tra i Paesi che non hanno problemi strutturali gravi e subiscono l’influsso della congiuntura - come ad esempio Germania o Austria - e quelli che devono ancora superare problemi strutturali importanti, come Italia, Spagna ma anche Francia.

A fronte dei gravi problemi congiunturali e strutturali che affliggono la zona euro, le prospettive congiunturali in altre regioni del mondo appaiono più favorevoli. Negli Stati Uniti la ripresa economica ha assunto dimensioni più ampie estendendosi al mercato del lavoro e al settore edile e immobiliare. Il consolidamento forzato delle finanze pubbliche, che comprende sia aumenti delle imposte che tagli lineari alle spese (cosiddetto «sequester»), appare pertanto sostenibile dal punto di vista della congiuntura e non dovrebbe ostacolare un lento rilancio dell’economia americana. In Giappone le prospettive congiunturali si sono schiarite grazie ai maggiori impulsi della politica economica. Oltre a una politica monetaria molto espansiva, che ha determinato una forte svalutazione dello Yen e un conseguente incremento delle esportazioni, si segnalano nuovi programmi congiunturali, che sono tuttavia realizzabili solo al prezzo di un ulteriore aumento del debito pubblico. I Paesi emergenti continuano a sostenere la congiuntura mondiale, anche se la loro attuale dinamica di crescita è piuttosto moderata e non uniforme nei vari Paesi. Mentre numerose economie in Asia sembrano aver imboccato la via della crescita, i dati congiunturali in Cina sono mediocri, e Paesi come il Brasile e l’Europa dell’Est faticano a risalire la china.

Previsioni congiunturali per la Svizzera
L’economia svizzera regge tuttora relativamente bene di fronte alla recessione nella zona euro e nel 1° trimestre 2013 ha registrato una crescita nettamente positiva del PIL (+0,6% rispetto al trimestre precedente). Si osservano tuttavia ancora notevoli divari tra la robusta congiuntura interna e la lenta evoluzione delle esportazioni. I settori orientati al mercato interno come quello edile e immobiliare nonché i servizi pubblici e certi servizi privati approfittano della costante immigrazione, dei bassi tassi d’interesse e delle finanze pubbliche relativamente sane (per cui non sono necessari programmi di consolidamento incisivi simili a quelli di altri Paesi). I settori orientati all’esportazione come l’industria, il turismo e altri settori sensibili alla congiuntura risentono invece della recessione nella zona euro e delle ripercussioni dell’apprezzamento del franco**. Inoltre, è soprattutto grazie ai tassi di cambio e all’effetto stabilizzatore di vari settori solidi e meno sensibili alla congiuntura, come l’industria farmaceutica o l’orologeria di lusso, che l’economia d’esportazione ha potuto evitare una crisi più grave.

Se si escludono le oscillazioni che intervengono da un trimestre all’altro, l’economia svizzera si trova già da tempo (metà 2011) in una fase di rallentamento della crescita. Anche il continuo leggero aumento della disoccupazione – il tasso di disoccupazione (destagionalizzato) è salito dal 2,7% all’inizio del 2012 al 3,2% alla fine di maggio 2013 – è un segnale che la congiuntura, nonostante la sua capacità di resistenza, non esce completamente illesa dalle vicissitudini internazionali.

Per i prossimi trimestri non si profila nessuna modifica sostanziale della situazione congiunturale in Svizzera: i recenti sondaggi condotti presso imprese ed economie private mostrano un quadro differenziato, senza gravi peggioramenti né riprese incisive. Specialmente nell’industria le stime sono piuttosto prudenti e l’incertezza che le caratterizza si riflette in una cauta pianificazione degli investimenti. Gli investimenti in impianti e attrezzature potrebbero ancora inizialmente registrare un andamento debole e, sull’arco dell’anno, persino una contrazione. Le prospettive per le esportazioni, di fronte alla persistente recessione nella zona euro, rimangono contenute. L’economia d’esportazione svizzera potrebbe comunque approfittare del fatto che le prospettive congiunturali al di fuori dell’Europa, in particolare nel Nordamerica e in Asia, si presentano al confronto più favorevoli. Ci si attendono invece impulsi decisamente positivi dai consumi privati e dagli investimenti nell’edilizia in Svizzera.

Nel complesso, il gruppo di esperti prevede per il 2013 una crescita del PIL dell’1,4%, che coincide ampiamente con le previsioni del mese di marzo (1,3%)***. Per assistere a un rilancio più sostenuto della congiuntura, esteso anche ai settori delle esportazioni, si dovrà attendere il prossimo anno, sempre che si rafforzino gli effetti positivi della congiuntura mondiale. Le attuali previsioni congiunturali del 2,1% per il 2014 sono mantenute invariate.

Tenuto conto delle modeste previsioni congiunturali, un miglioramento della situazione del mercato del lavoro potrebbe ancora farsi attendere. Per quanto concerne l’occupazione, una regressione non è in vista, anche se si intravvedono segnali di rallentamento. Nei prossimi mesi il leggero aumento delle cifre della disoccupazione potrebbe proseguire, ma nel corso del prossimo anno, con la ripresa congiunturale, si dovrebbe assistere a un’inversione di tendenza. Nella media annuale il gruppo di esperti calcola (come finora) un tasso di disoccupazione del 3,3% sia per il 2013 che per il 2014, dopo il 2,9% del 2012.

Rischi congiunturali
La crisi del debito nella zona euro è tuttora considerata il principale rischio congiunturale. Nonostante il rasserenamento dei mercati finanziari, la crisi non può essere considerata superata poiché i Paesi dell’Europa meridionale sono ancora relativamente lontani da un decisivo miglioramento (strutturale) della loro economia. Le crescenti tensioni sociali e le divergenze politiche potrebbero mettere a rischio le riforme economiche necessarie sia nei singoli Paesi che a livello europeo (si pensi ad es. agli indugi sull’attuazione dell’unione bancaria), creare nuove incertezze sui mercati finanziari – con un eventuale nuova pressione al rialzo sul franco svizzero – e in ultima analisi rimandare ulteriormente la ripresa congiunturale nella zona euro. Un altro rischio per l’economia mondiale è rappresentato dai Paesi emergenti, per i quali non è garantita una ripresa generale e vigorosa della crescita.

Oltre a questi fattori d’incertezza che gravano sull’economia mondiale, la Svizzera deve ancora prestare attenzione al rischio domestico di un surriscaldamento dei mercati immobiliari. Le condizioni di finanziamento degli immobili rimangono molto favorevoli a livello storico, il che continua a incentivare la domanda in questo settore.

* Il gruppo di esperti della Confederazione pubblica quattro volte l’anno una previsione sull’evoluzione congiunturale della Svizzera. L’attuale previsione del mese di giugno 2013 è commentata nel presente comunicato stampa. L’ultimo numero delle «Tendances conjoncturelles», una pubblicazione trimestrale della SECO, integra queste previsioni e approfondisce altri aspetti della recente evoluzione congiunturale. La pubblicazione compare in forma stampata come allegato della rivista «La vie économique» nelle edizioni di febbraio, aprile, luglio e ottobre (www.lavieeconomique.ch). È inoltre consultabile gratuitamente in Internet, in formato pdf, all’indirizzo: (http://www.seco.admin.ch/themen/00374/00375/00381/index.html?lang=de).

** L’evoluzione delle esportazioni e delle importazioni di merci svizzere nel 2013 è influenzata dagli effetti dell’adeguamento del sistema di classificazione statistica del commercio internazionale di energia elettrica entrato in vigore nel mese di gennaio 2013. Nella media annuale del 2013 questo adeguamento riduce di circa un punto percentuale sia l’evoluzione delle esportazioni che quella delle importazioni di merci. La bilancia commerciale e l’evoluzione del PIL non ne sono interessate.

***Questo lieve adeguamento è dovuto all’integrazione del primo (positivo) trimestre 2013; l’interpretazione della situazione congiunturale per il 2013 non è tuttavia sostanzialmente mutata tra i mesi di marzo e giugno.

Indirizzo cui rivolgere domande:

Eric Scheidegger, SECO, capo della Direzione Politica economica, tel. +41 (31) 322 29 59
Bruno Parnisari, SECO, capo del settore Congiuntura, Direzione Politica economica, tel. +41 (31) 323 16 81

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