Nel 2016, in risposta alla crisi dei rifugiati, l'UE aveva introdotto una riforma integrale del sistema europeo di asilo e migrazione, fondata su una maggiore solidarietà tra i Paesi e controlli rafforzati alle frontiere esterne. Il patto sulla migrazione e l'asilo ora adottato, frutto di un compromesso politico, comprende dieci nuovi testi normativi, cinque dei quali sono almeno in parte vincolanti per la Svizzera in quanto sviluppi dell'acquis di Schengen/Dublino. Si tratta in particolare di nuove norme per le procedure Dublino e per Eurodac, nonché di creare un quadro legale per le situazioni di crisi. La Svizzera è tenuta ad attuare le nuove disposizioni entro due anni. Il patto non è perfetto, ha affermato il consigliere federale Beat Jans in occasione dell'incontro dei ministri, ma è un progresso e mostra che l'UE è in grado di intervenire nel settore della migrazione e dell'asilo.
La Svizzera s'impegna per la tutela dei diritti fondamentali
Non è invece vincolante il nuovo meccanismo di solidarietà che prevede reinsediamenti o contributi finanziari agli Stati particolarmente interessati dalla migrazione. La Svizzera può tuttavia parteciparvi in modo volontario. Non sono vincolanti per la Svizzera neanche le nuove procedure alle frontiere esterne Schengen. In tale contesto il consigliere federale Beat Jans ha ribadito l'importanza di procedure conformi ai diritti fondamentali, dichiarando che il diritto all'asilo non è negoziabile. Tutti i profughi devono avere accesso a una procedura di asilo conforme allo Stato di diritto, che rispetti i loro diritti e la loro dignità. Ciò è necessario e possibile anche nel quadro delle procedure celeri, come dimostra l'esempio della Svizzera che intende impegnarsi con determinazione su questo fronte, ha continuato il Consigliere federale Beat Jans, ricordando che si è sempre adoperata per promuovere un sistema di asilo e migrazione europeo solidale.
Il Capo del DFGP ha inoltre accennato alle esperienze positive acquisite con le procedure di asilo celeri, introdotte in Svizzera nel 2019, cui il nostro Paese potrà attingere per attuare il patto UE. Secondo il consigliere federale Jans, il patto europeo sulla migrazione e l'asilo sarà vantaggioso anche per la Svizzera perché oltre all'auspicato contenimento della migrazione secondaria, rafforzerà la sicurezza grazie ai controlli alle frontiere esterne. A metà giugno la Commissione europea presenterà un programma di attuazione della riforma. L'entrata in vigore delle nuove norme è prevista a metà 2026.
Incontri bilaterali
Il Capo del DFGP ha inoltre colto l'occasione per svolgere alcuni colloqui bilaterali con i suoi omologhi, tra l'altro con il ministro svedese della migrazione Maria Malmer Stenergard e il ministro norvegese della giustizia Emilie Enger Mehl. Ha anche incontrato il direttore di Frontex Leijtens.
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