Contesto
Le donne svolgono un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà e nel raggiungimento della sicurezza alimentare poiché sono molto attive nella produzione agricola e nell’economia rurale. In molti Paesi sono però discriminate sul piano sociale e giuridico e hanno un accesso limitato ai diritti di proprietà e uso del terreno, ai mezzi di produzione, alla formazione professionale come pure ai servizi finanziari.
Nelle economie rurali le donne lavorano per lo più in imprese familiari e nel settore informale, dove nonostante le lunghe giornate di lavoro il guadagno è minimo a causa della bassa produttività. Le donne sono numerose anche nei settori a basso reddito, come quello tessile, con condizioni di lavoro precarie. La loro possibilità di contribuire alla sicurezza alimentare, alla stabilità economica e allo sviluppo non è sfruttata adeguatamente.
Alcune analisi mostrano che vi sono due fattori decisivi alla base della discriminazione strutturale delle donne nello sviluppo economico:
1. discriminazioni multiple per motivi di appartenenza religiosa, sociale o etnica;
2. l’onere del lavoro domestico e dei compiti di cura e assistenza non retribuiti, che in ragione di norme sociali e di una cristallizzazione dei ruoli continuano a essere svolti in prevalenza dalle donne.
Questi fattori limitano le possibilità delle donne di seguire una formazione o ambire a un lavoro produttivo e retribuito e ostacolano il loro accesso ai sistemi di sicurezza sociale, generalmente subordinati a un impiego formale e a un reddito.