L’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich è accusato di aver sottratto somme considerevoli. Benché la complessità del sistema da lui creato renda difficile quantificare l’importo, si parla verosimilmente di centinaia di milioni. Dalla sua destituzione e fuga dall’Ucraina fino a febbraio 2014, diversi Paesi, tra cui la Svizzera, hanno congelato i suoi beni così come quelli di molte persone a lui vicine.
Prima che questi fondi possano essere restituiti all’Ucraina, tuttavia, la strada è ancora lunga. Per mantenere il congelamento dei beni e avviare la procedura necessaria alla restituzione, l’Ucraina deve innanzitutto fornire le prove che i fondi siano effettivamente stati ottenuti in modo illecito. Ciò comporta un lavoro notevole, in particolare a livello delle indagini, e rappresenta una sfida considerevole per il Paese, sprovvisto di risorse tecniche e personali in questo campo, motivo per cui la Svizzera ha deciso di fornire il suo aiuto. Questo progetto rientra nel campo della strategia adottata dalla Svizzera in materia di appropriazione indebita di fondi, uno dei cui obiettivi è proprio la restituzione quanto più rapida possibile di tali averi nel rispetto dei principi dello Stato di diritto.
Supporto strategico e tecnico
Da dicembre 2014 il progetto si concentra essenzialmente sul rafforzamento della squadra del procuratore generale d’Ucraina. Una prima linea d’azione consiste nel fornire assistenza tecnica e strategica tramite un esperto di investigazione finanziaria inviato sul posto. Quest’ultimo lavora per conto di un gruppo di esperti dell’International Centre for Asset Recovery (ICAR, Centro internazionale per il recupero dei beni sottratti) di Basilea, con il quale ha pure una stretta collaborazione. L’ICAR è stato incaricato dall’ufficio del procuratore generale ucraino di assisterlo nell’identificazione e nel recupero dei beni presumibilmente sottratti dall’ex presidente Yanukovich.
Il ruolo dell’esperto è di aiutare l’ufficio del procuratore nell’elaborazione e nell’attuazione di una strategia investigativa coerente ed efficace riguardo ai crimini finanziari che l’ex presidente e la sua cerchia avrebbero commesso. Questo comporta, in particolare, la definizione del profilo dei sospetti, la ricostruzione della loro rete di contatti e dei loro beni nonché l’avvio dei processi di richiesta di assistenza giudiziaria reciproca.
Questa collaborazione ha già permesso notevoli progressi. L’Ucraina ha presentato diverse richieste di assistenza giudiziaria reciproca a varie giurisdizioni straniere, tra cui la Svizzera. In questo modo, l’ufficio del procuratore disporrà di maggiori informazioni, con cui potrà portare avanti le inchieste. I progressi fatti grazie ad alcune indagini particolari hanno, a loro volta, consentito di mantenere un buon numero di nomi sull’elenco delle persone soggette alle sanzioni europee.
Inquirenti meglio formati
La seconda priorità del progetto è di potenziare le conoscenze e le capacità degli inquirenti nei campi dell’investigazione finanziaria e del recupero di averi. Diversi strumenti sono previsti a tale scopo. Molti inquirenti e magistrati che lavorano ai casi legati all’ex presidenza hanno già potuto seguire formazioni comprendenti esercitazioni pratiche e corsi teorici. Queste formazioni sono pure volte a intensificare la cooperazione tra i diversi settori del governo.
Il progetto mette a disposizione degli inquirenti anche moduli di formazione online che consentono loro di avvicinarsi ai diversi metodi di investigazione finanziaria e che forniscono, per il lavoro quotidiano, una guida pratica sul recupero dei beni sottratti.