Importanti partner del DFAE nei cieli
La diffusione del nuovo coronavirus sta influendo non solo sul traffico transfrontaliero terrestre, ma anche su quello aereo. Sono decine di migliaia le viaggiatrici e i viaggiatori svizzeri bloccati all’estero a causa delle restrizioni agli spostamenti. Per garantirne il rientro, il DFAE può contare su partner di fiducia come le compagnie aeree Swiss, Edelweiss e Helvetic che, dal canto loro, con questi voli speciali si trovano ad affrontare nuove sfide e a esplorare nuovi territori.
Edelweiss, Swiss e Helvetic sono i partner fondamentali del DFAE per il rimpatrio delle viaggiatrici e dei viaggiatori svizzeri bloccati. © Swiss
Uno sforzo titanico
Le restrizioni di viaggio e la chiusura delle frontiere per arginare la diffusione del coronavirus stanno bloccando decine di migliaia di persone all’estero. Riportarle in Svizzera in poche settimane è uno sforzo titanico e un compito che il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non può affrontare da solo. Ha bisogno innanzitutto di partner nei cieli che dispongano degli aerei e delle necessarie competenze logistiche. Le compagnie aeree Swiss, Edelweiss e Helvetic sono coinvolte nella più grande operazione di rimpatrio delle viaggiatrici e dei viaggiatori svizzeri.
Nuovi territori
Con i viaggi di rimpatrio organizzati dal DFAE, Swiss ed Edelweiss hanno esplorato nuovi territori arrivando con i loro voli fino a Sydney e Auckland, destinazioni che di solito queste compagnie aeree non vedono mai sui loro schermi radar. «A causa delle grandi distanze e della durata molto lunga del volo abbiamo programmato uno scalo a Phuket (Thailandia)», spiega Andreas Meier, capo della comunicazione di Edelweiss. «Lì l’aereo è stato rifornito di carburante ed è stato possibile dare il cambio all’equipaggio con personale stazionato in precedenza a Phuket».
Per questi due voli speciali, le compagnie aeree hanno dovuto svolgere in tempi molto più brevi del solito tutte le procedure necessarie per raggiungere una nuova destinazione – che in circostanze normali richiedono mesi. Si tratta, tra l’altro, di effettuare tutti i calcoli relativi alle prestazioni del tipo di aeromobili utilizzati – sia durante il volo che al momento del decollo e dell’atterraggio. Poi è necessario identificare fornitori di servizi locali in grado di sbrigare tutte le formalità connesse all’aereo. L’equipaggio infine deve studiare accuratamente anche le condizioni locali, per esempio il tipo di terreno, le condizioni meteorologiche e le procedure di avvicinamento per prepararsi al meglio.
150 persone per un volo tranquillo
Per i rimpatri Swiss e Edelweiss hanno creato una task force congiunta di 50 membri che si occupa di tutte le questioni relative ai voli. In una prima fase si verifica quale tipo di aeromobile è più adatto alla rotta richiesta.
Il numero di passeggeri, l’autonomia e i settori specifici in cui operano solitamente Edelweiss e Swiss svolgono un ruolo importante e per la pianificazione e l’esecuzione del volo viene scelta la variante migliore e più economica possibile. La decisione di utilizzare un aeromobile di Swiss o di Edelweiss si basa su questi criteri. Per garantire che i voli possano essere effettuati senza intoppi, altre 100 persone sono impegnate in ulteriori controlli dietro le quinte.
L’organizzazione concreta di un volo di rimpatrio inizia insomma con una serie di discussioni per chiarirne tutti gli aspetti. Si deve per esempio anche verificare che la rotta sia fattibile con uno dei tipi di aeromobile disponibili, tenendo conto di tutti i requisiti di legge.
Sfide particolari legate al COVID-19: mancanza di catering, permessi di atterraggio e necessità di dormire a bordo
Poiché durante la crisi legata alla diffusione del coronavirus le operazioni di volo globali e tutti i servizi associati, come il catering e l’assistenza a terra, sono stati ridotti o addirittura cancellati, una delle sfide più grandi è il loro ripristino. Le cose sono un po’ più facili là dove prima vi era un regolare traffico aereo, mentre le difficoltà maggiori si incontrano nel caso di destinazioni mai servite prima da Swiss o da Edelweiss.
Ai tempi del coronavirus è diventato più complicato per le compagnie aeree ottenere permessi di sorvolo e di atterraggio. Edelweiss e Swiss hanno potuto risolvere la maggior parte dei problemi legati a queste autorizzazioni solo grazie al DFAE e alle rappresentanze svizzere all’estero.
Anche i requisiti di ingresso più severi per gli equipaggi, imposti da vari Paesi, rappresentano un grosso problema, soprattutto perché spesso vengono modificati con un breve preavviso. Il personale è quindi costretto di solito a restare nella propria camera in un hotel all’interno dell’aeroporto fino al momento in cui viene effettuato il volo di ritorno in Svizzera. Il tempo di permanenza è ridotto al minimo e coincide con il periodo di riposo previsto dalla legge. In casi estremi, l’equipaggio può anche essere costretto a dormire sull’aereo perché non è possibile entrare nel Paese. In generale, si può dire che in tutti i settori le disposizioni delle autorità straniere, in continua evoluzione, costituiscono la sfida più grande. Per far fronte a questa situazione in modo rapido e mirato, la task force è in servizio 24 ore su 24.
Un segno positivo in un momento difficile
Grazie alla stretta collaborazione con il DFAE, Swiss ed Edelweiss sono state finora in grado di effettuare tutti i voli di rimpatrio in modo sicuro e senza complicazioni. I voli charter organizzati dal DFAE sono molto importanti per le due compagnie aeree.
Per le collaboratrici e i collaboratori delle compagnie aeree questi voli sono un segno positivo in un momento difficile. Un importante riconoscimento del fatto che la crisi sta avvicinando tutte le persone coinvolte e che l’aiuto e il sostegno reciproco possono prendere forme non burocratiche e pragmatiche.
Il DFAE ringrazia Andreas Meier, responsabile della comunicazione di Edelweiss, e Werner Haas, responsabile della flotta Boeing 777 di Swiss, per le informazioni e le spiegazioni, fondamentali per questo articolo.