L’innovazione svizzera al servizio della pace e del dialogo internazionale
Il 1° novembre i riflettori sono stati puntati sulla Ginevra internazionale. In occasione dell’inaugurazione del nuovo Edificio H al Palazzo delle Nazioni e dell’apertura dell’ottava edizione della Settimana della pace, il consigliere federale Ignazio Cassis ha fatto «fruttare i semi della pace» nella città di Calvino.
Il nuovo edificio H del Palazzo delle Nazioni è un esempio di costruzione sostenibile, verde ed ecologica fatta di legno. Serve gli interessi della diplomazia di pace nella Ginevra internazionale. © UNPhoto
«Alla posa della prima pietra dell’edificio nel 2016, il nostro intento era offrire un quadro adeguato per una diplomazia multilaterale sostenibile e orientata al futuro. E ci siamo riusciti», ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis nel suo discorso pronunciato sul piazzale antistante al nuovo Edificio H del Palazzo delle Nazioni.
Il complesso, diventato la sede europea delle Nazioni Unite nel 1946, è piuttosto antico. Nel corso degli anni la necessità di rinnovamento di alcuni edifici, risalenti al periodo interbellico, è diventata sempre più evidente. Grazie a un vasto piano di ristrutturazione finanziato con un prestito senza interessi della Confederazione, il Palazzo delle Nazioni può ora nuovamente assurgere a simbolo inalienabile della cooperazione internazionale e del multilateralismo in senso lato.
Questo nuovo edificio, dalla straordinaria architettura moderna che offre spazi modulabili secondo le necessità, è stato inaugurato lunedì 1° novembre in concomitanza con l’ottava edizione della Settimana della pace di Ginevra. Per una felice coincidenza, ha quindi permesso al capo della diplomazia svizzera di rafforzare, nei suoi due discorsi pronunciati durante la giornata, il ruolo della Ginevra internazionale come centro nevralgico mondiale della governance e della cooperazione internazionali.
La centralità della Ginevra internazionale in primo piano
La regione del Lago Lemano ospita 42 organizzazioni internazionali, una fiorente comunità di organizzazioni non governative e rinomati istituti accademici e di ricerca. È inoltre anche un centro diplomatico in cui sono rappresentati quasi tutti gli Stati. Insieme, questi attori si adoperano per la pace, i diritti fondamentali e il benessere delle persone in tutto il mondo.
«La presenza di numerose organizzazioni internazionali, di aziende private innovative, di ONG e di istituti accademici costituisce un terreno fertile», ha dichiarato Ignazio Cassis aprendo la Settimana della pace. E ha aggiunto: «La Svizzera continuerà a impegnarsi per rafforzare il ruolo di Ginevra come città della pace, in grado di combinare la sua tradizionale capacità di ospitare conferenze con strumenti di dialogo innovativi. Questa Settimana ne è un buon esempio».
La Settimana della pace di Ginevra all’insegna del dialogo
La Settimana della pace di Ginevra offre appunto l’opportunità di connettere questi attori tra loro e di mettere in rilievo il loro lavoro. Sviluppa uno spazio di riflessione volto a rafforzare la pace e a risolvere i conflitti con il dialogo e la negoziazione. Inoltre, valorizza naturalmente l’ecosistema unico della Ginevra internazionale e permette alle e ai partecipanti di condividere conoscenze, buone pratiche e competenze in materia di consolidamento della pace. Ma non solo.
Questo evento, che ha visto la luce nel 2014, è ormai diventato imprescindibile nell’agenda internazionale. Il suo successo sul piano mondiale è ascrivibile, tra le altre cose, al suo carattere inclusivo. La Settimana della pace di Ginevra si è prefissata l’obiettivo di superare le divisioni in ambito professionale. Permette di consolidare diverse reti di attori e crea tra questi ultimi uno spazio di fiducia che consente loro di affrontare argomenti sensibili. Il dialogo che ne deriva genera conoscenze e stimola la leadership. Le risposte ai problemi contemporanei evocate nel campo della pace lasciano quindi spazio a più creatività e audacia.
Dagli scienziati agli artisti, la pace come parola d’ordine
Le e i partecipanti non provengono dal medesimo ambiente, ma hanno tutti un ruolo da svolgere nella promozione della pace e nella prevenzione dei conflitti nel mondo. Alcuni sono impegnati per garantire il rispetto dei diritti umani, altri si battono per condizioni di lavoro dignitose. Ricercatrici, ricercatori, responsabili decisionali e militanti si stanno attivando a favore della protezione dell’ambiente, mentre altri hanno dedicato la loro vita all’impegno umanitario, alla tutela della salute, allo sviluppo mondiale, al disarmo, alle scienze o ancora alle arti nell’accezione più ampia del termine.
Anche il progresso tecnologico alla ribalta
L’edizione 2021 della Settimana della pace si articola in quattro ambiti tematici di grande attualità: la trasformazione dei conflitti provocati dai cambiamenti climatici, l’inclusione e la lotta contro le disuguaglianze come vettori di pace, il miglioramento della risposta ai rischi per la sicurezza e l’utilizzo delle nuove tecnologie a favore della pace.
In questo contesto, il capo del DFAE ha sottolineato soprattutto i vantaggi, ma anche i limiti delle nuove tecnologie nella risoluzione dei conflitti nel mondo. Secondo Ignazio Cassis, tali tecnologie offrono prospettive senza precedenti nella cybermediazione. «Qui a Ginevra, l’ONU, Swisspeace, il Centro per il dialogo umanitario e la DiploFoundation hanno sviluppato strumenti in grado di adeguare la mediazione, il pilastro dei buoni uffici della Svizzera, allo spazio digitale», ha precisato.
Il posizionamento della Svizzera quale mediatrice a livello internazionale e il suo impegno a favore di un mondo sostenibile, fondato sulla pace e sulla sicurezza, figurano nella Strategia di politica estera 2020–2023 del Consiglio federale.