La Svizzera partecipa alla Conferenza ONU sull’acqua

Dal 22 al 24 marzo 2023 una delegazione svizzera parteciperà alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, che mette al centro l’importanza della gestione transfrontaliera di questa risorsa vitale. È proprio questo approccio a guidare l’iniziativa Blue Peace promossa dal nostro Paese all’estero. Tutte le notizie sulla partecipazione della Svizzera a questo evento globale.

Ansa del fiume Saray Yuek, in Kazakistan. Attorno terra e piccoli arbusti.

Nell'ambito dell’iniziativa Blue Peace, la Svizzera lavora per migliorare la gestione delle risorse idriche condivise, in particolare in Asia centrale. © Keystone

23.03.2023

La Svizzera co-presiede il dialogo interattivo legato alla gestione transfrontaliera dell’acqua

Nel quadro della Conferenza dell’ONU sull’acqua si svolgono cinque dialoghi interattivi. Momento saliente dell’evento, questi ultimi ruotano intorno a temi legati all’acqua nel contesto della salute, dello sviluppo, del clima, della cooperazione e di un apposito piano d’azione. La Svizzera ha presieduto il 23 marzo insieme al Senegal il quarto di questi dialoghi, dedicato alla cooperazione e comprensivo della componente di gestione condivisa e intersettoriale delle acque. «È solo stringendo accordi con i nostri vicini, creando istituzioni comuni e coinvolgendo tutte le parti interessate in questi scambi che potremo affrontare le sfide legate all’acqua e costruire così un futuro prospero e sereno per le generazioni future», ha sottolineato Christian Frutiger, capo della delegazione svizzera e vicedirettore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione.

Disegno con montagne e acqua con il titolo acqua per la cooperazione.
La Svizzera è impegnata nella gestione transfrontaliera delle acque con l’iniziativa Blue Peace. © Nazioni Unite

La gestione transfrontaliera delle acque è di particolare importanza per la Svizzera, che condivide ben sei corsi d’acqua e quattro laghi con i Paesi vicini e dispone pertanto di una grande esperienza in materia. Questa tematica è posta in primo piano nel quadro di Blue Peace (cfr. articolo sotto), un’iniziativa lanciata nel 2010 dal Dipartimento federale degli affari esteri che coniuga diplomazia, cooperazione e sviluppo.

Intervento di Christian Frutiger durante il dialogo interattivo sulla gestione transfrontaliera delle acque (fr)

Intervento della Svizzera durante il dibattito generale

Christian Frutiger, vicedirettore della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e capo della Divisione Cooperazione tematica, è intervenuto a nome della Svizzera durante il dibattito generale della Conferenza dell’ONU sull’acqua il 23 marzo. «La Svizzera chiede che l’acqua venga iscritta nell’agenda delle Nazioni Unite quale tematica prioritaria. Il suo carattere essenziale, raro e insostituibile la rende infatti una delle principali sfide geopolitiche della nostra epoca», ha dichiarato Christian Frutiger alla conferenza.

La delegazione svizzera è composta da collaboratrici e collaboratori della DSC e della Segreteria di Stato, così come da membri della Swiss Water Partnership.

Oltre all’inserimento definitivo delle questioni idriche nelle priorità dell’ONU, la Svizzera auspica che la conferenza porti alla nomina di un’inviata o un inviato speciale per l’acqua. Questa risorsa svolge infatti un ruolo fondamentale in tutti i settori dello sviluppo, della pace e della prosperità.

Intervento di Christian Frutiger durante il dibattito generale (fr)

La Svizzera co-organizza un evento collaterale sull’azione umanitaria

«Non lasciare indietro nessuno: promuovere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nei contesti umanitari» (Leaving no one behind – Advancing the sustainable development goals in humanitarian settings). È questa la tematica scelta dalla Svizzera per l’evento collaterale organizzato il 23 marzo in collaborazione con il Senegal, l’Iraq, l’UNICEF e il CICR nel quadro della Conferenza dell’ONU sull’acqua.

Due bambini di origine africana trasportano lattine gialle in bicicletta.
L’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari quale diritto fondamentale di profughi e sfollati è stato ribadito. © Pixabay

Le discussioni si sono concentrate sul rispetto del diritto internazionale umanitario durante i conflitti armati e sulla necessità di rinnovare l’impegno a favore della protezione dei servizi essenziali, compreso l’accesso all’acqua. Alcuni dei punti trattati hanno rispecchiato le problematiche sollevate in occasione della riunione informale del Consiglio di sicurezza dell’ONU del 22 marzo (cfr. sotto).

L’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari quale diritto fondamentale di profughi e sfollati, all’interno e all’estero dei loro Paesi d’origine, è stato ribadito. È stata discussa anche la necessità di stringere partenariati e di assicurare il coordinamento tra i vari attori sul campo: organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo, governi e via dicendo. Si tratta di due requisiti fondamentali per conseguire risultati collettivi soddisfacenti per il bene delle popolazioni colpite da crisi.

22.03.2023 – L'accesso all'acqua deve essere garantito sempre, anche in tempo di guerra

Su iniziativa della Svizzera e del Mozambico – entrambi membri eletti del Consiglio – il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha tenuto una riunione informale in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, il 22 marzo, per discutere della protezione dell'accesso alle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie nei conflitti armati. Questa protezione è un pilastro centrale per la protezione dei civili nei conflitti armati. 

«L'acqua è essenziale per la vita sulla terra e l'accesso all'acqua è un diritto fondamentale. Deve essere garantito in ogni momento, anche in tempo di guerra», ha sottolineato Christian Frutiger, Direttore aggiunto e Capo della Divisione tematica Cooperazione della DSC, in rappresentanza del Consigliere federale Cassis, al Consiglio di sicurezza. Nonostante gli obblighi esistenti in base al diritto internazionale umanitario, che si riflettono anche in diverse risoluzioni del Consiglio di sicurezza, le strutture idriche continuano ad essere distrutte o danneggiate nei conflitti armati.

Donne e bambini yemeniti aspettano di riempire delle taniche con l'acqua di una sorgente.
Come in altre regioni di conflitto in tutto il mondo, gran parte della popolazione civile dello Yemen soffre per la mancanza di servizi e risorse di base, compresa la mancanza di accesso all'acqua potabile. © Keystone

Oggi, circa due miliardi di persone sono a rischio di scarsità d'acqua a causa di conflitti. Ciò significa non solo la mancanza di acqua per le persone e l'agricoltura, ma anche la diffusione di malattie infettive come il colera a causa della scarsa igiene. Ecco perché la Svizzera ha sottolineato in seno al Consiglio che il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato e applicato ovunque e senza errori. Questo perché il diritto internazionale umanitario protegge fondamentalmente l'infrastruttura idrica come oggetto civile. Inoltre, vieta di attaccare, distruggere e rendere inutilizzabili i beni essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile, come le strutture e le forniture di acqua potabile e i sistemi di irrigazione.

Un'infrastruttura idrica funzionante è anche fondamentale per il consolidamento di una pace sostenibile dopo le ostilità. L'assenza di tali strutture impedisce la ripresa delle attività economiche e sociali in aree già gravemente colpite dalla guerra. L'instabilità permane e c'è un alto rischio che le vecchie tensioni si riaccendano. L'incontro ha anche evidenziato l'impatto negativo del cambiamento climatico come fattore aggravante per la protezione dei servizi e delle infrastrutture idriche nei conflitti armati. Per questo motivo, nella sua dichiarazione al Consiglio di sicurezza, la Svizzera si è concentrata anche sulla funzione centrale della prevenzione, della ricostruzione e del sostegno della comunità internazionale agli Stati e alle regioni colpiti dai conflitti.

«Le sfide odierne nell'ambito dell'accesso, della gestione e dell'amministrazione dell'acqua sono molteplici e richiedono soluzioni multilaterali», ha sottolineato Frutiger a New York. Per questo motivo, la Svizzera si impegna a includere in modo permanente questo tema nelle priorità dell'ONU.

Dichiarazione della Svizzera sulla protezione dell'accesso all'acqua e ai servizi igienici nei conflitti armati (fr)

Blue Peace: l’acqua come strumento per la pace, DSC

Contesto

La Svizzera vuole contribuire a una migliore la cooperazione sull’acqua 

Entro il 2050 il 52 per cento della popolazione mondiale vivrà in regioni in cui l’acqua scarseggerà. Questo dato dà un’idea della sfida che attende le e i partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua 2023, che si terrà a New York dal 22 al 24 marzo e a cui sarà presente anche la Svizzera.

Durante la seconda edizione di questo incontro mondiale sull’acqua – il primo ha avuto luogo 46 anni fa – i dialoghi interattivi tra le e i rappresentanti dei governi, del sistema delle Nazioni Unite, delle ONG, della società civile, del settore privato e della comunità scientifica verteranno su quattro questioni principali, ovvero l’acqua per la salute, per lo sviluppo sostenibile, per il clima e per la cooperazione, a cui si aggiunge l’elaborazione di un programma di azione sull’acqua. Saranno tre giorni di intensi scambi e discussioni, il cui risultato finale deve essere chiaro, secondo il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres: «La Conferenza deve sfociare in un programma d’azione audace sull’acqua».

Serie di interviste

Per saperne di più sull'iniziativa svizzera Blue Peace :

Video intervista con Rukan Manaz – Blue Peace finance

Video intervista con Lisa Gampp – Blue Peace Asia centrale

Video intervista con il Principe Hassan Bin Talal – Blue Peace Medio Oriente

Intervista con Christian Frutiger, vicedirettore della DSC: «Blue Peace previene i conflitti e contribuisce a una maggiore stabilità»

Per un dialogo transfrontaliero

Paesaggio con uno specchio d'acqua e un albero secco in primo piano.
La Svizzera co-presiederà il quarto dei cinque dialoghi interattivi della Conferenza sulla gestione delle acque transfrontaliere. © Bruno Schläfli

In Svizzera siamo consapevoli che l’accesso all’acqua dolce e l’uso di questa risorsa sempre più inquinata, sovrasfruttata e contestata rappresentano sempre più spesso una potenziale fonte di conflitti. La delegazione svizzera spera che la conferenza consenta di accelerare gli sforzi per raggiungere i sotto-obiettivi dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 6: acqua pulita e accessibile a tutti. A tal fine, la Svizzera intende fornire un contributo significativo a questo evento globale, mettendo in particolare a disposizione la sua leadership e la sua esperienza nelle questioni di gestione transfrontaliera dell’acqua. Inoltre, la Svizzera co-presiede, insieme al Senegal, il quarto dialogo interattivo dedicato alla cooperazione, che integra la gestione condivisa e intersettoriale delle risorse idriche.

La gestione transfrontaliera dell’acqua è un elemento centrale di Blue Peace, lanciato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) nel 2010. Questa iniziativa fonde la diplomazia dell’acqua con la cooperazione allo sviluppo. Con questo approccio, il DFAE ha scelto di invertire la rotta e di contribuire a rendere questa risorsa uno strumento di pace e cooperazione.

Sfruttare al meglio l’esperienza svizzera

Forte della sua vasta esperienza in materia di gestione dell’acqua, il nostro Paese può contribuire attivamente, lavorando a livello locale, nazionale e regionale affinché i Paesi interessati si siedano intorno a un tavolo, possano amministrare meglio le loro risorse idriche e prevenire le tensioni tra gli utenti. In questo contesto, la Svizzera offre soluzioni tecniche, legali e istituzionali per un dialogo politico nelle regioni interessate, che possa svolgersi a livello transfrontaliero, ma anche intersettoriale o generazionale, per promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo sostenibile.

La Svizzera si basa anche sulla sua lunga esperienza di gestione pacifica delle risorse idriche condivise con i Paesi vicini, visto che condivide con i suoi vicini sei fiumi, tra cui il Rodano e il Reno, e quattro laghi.

Focus su Medio Oriente e Asia centrale

L'acqua scorre su entrambi i lati di una diga, che si trova tra due pendii montuosi.
La diga di Al Wehdeh si trova sul fiume Yarmouk, che segna il confine tra Giordania e Siria. © Yarmouk Future Team

Il Medio Oriente e l’Asia centrale fanno parte delle principali regioni interessate dall’iniziativa Blue Peace. Queste zone geografiche sono esempi evidenti della necessità di una gestione affidabile, coordinata e armonizzata delle risorse idriche tra i Paesi della regione. L’iniziativa «Blue Peace Middle East» è l’unica piattaforma regionale che riunisce sei Paesi (Iraq, Giordania, Libano, Turchia, Iran e, in una certa misura, anche la Siria) per discutere insieme di questioni riguardanti l’acqua. In questa regione è una necessità, visto che la portata dei fiumi è diminuita dal 50 al 90 per cento tra il 1960 e il 2010.

Una ragazza con una sciarpa rossa attinge acqua con un secchio.
Attraverso l’iniziativa Blue Peace, la Svizzera è impegnata in Asia centrale e ha promosso la creazione di una piattaforma di scambio tra i Paesi della regione. © Bruno Schläfli

L’Asia centrale non è da meno in materia di bisogni di gestione transfrontaliera dell’acqua. Anche qui l’acqua scarseggia. Il Tagikistan, il Turkmenistan, l’Uzbekistan, il Kazakstan e il Kirghizistan condividono infatti diversi bacini idrici, oltre a infrastrutture comuni ereditate dalla storia, e la crescente penuria d’acqua rischia di aggravare le tensioni. Una piattaforma di dialogo di alto livello, creata a seguito di due incontri ministeriali e parlamentari promossi dalla Svizzera, consente di scambiare informazioni su priorità comuni come la condivisione di dati idrometrici, la prevenzione di catastrofi naturali, l’investimento in infrastrutture comuni e i metodi di analisi dell’acqua.

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