La cosiddetta restituzione è un importante pilastro della politica svizzera di lotta contro i fondi illegali. La Svizzera ha restituito circa due miliardi di dollari statunitensi. Alcuni casi hanno suscitato una grande attenzione a livello mediatico a causa della notorietà delle persone coinvolte e delle cifre dell’ordine di svariati milioni:

  • Duvalier, Haiti, (6.5 milioni USD), in corso
  • Turkmenistan, 2020 (1.3 milioni USD)
  • Abacha II, Nigeria, 2017 (321 milioni USD)
  • Kazakistan II, 2012 (48 milioni USD)
  • Angola II, 2012 (43 milioni USD)
  • Kazakistan I, 2007 (115 milioni USD)
  • Angola I, 2005 (24 milioni USD)
  • Abacha I, Nigeria, 2005 (700 milioni USD)
  • Marcos, Filippine, 2003 (684 milioni USD)
  • Montesinos I, Perù, 2002 (93 milioni USD)

Il buon esito della restituzione presuppone una solida collaborazione tra il Paese di provenienza e la Svizzera. I soldi restituiti devono essere utilizzati rispettando il principio della trasparenza e dell’obbligo di rendiconto e i valori patrimoniali che rientrano dalla Svizzera nel Paese di origine devono essere usati per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale. La restituzione di valori patrimoniali può anche aiutare a rafforzare lo Stato di diritto nello Stato di provenienza, contribuendo in tal modo a porre fine all’impunità. È nell’interesse della Svizzera e dello Stato di provenienza del denaro garantire che i valori patrimoniali restituiti non finiscano nuovamente nelle maglie della corruzione.

Soluzioni su misura

Sulla base della propria esperienza, la Svizzera è convinta del fatto che con un dialogo costruttivo tra lo Stato richiedente e lo Stato richiesto sia possibile trovare una soluzione adeguata per ogni caso specifico. La soluzione deve soddisfare i requisiti nazionali e internazionali ed essere congrua con le aspettative dei Governi coinvolti. In questo modo, in passato, è stato possibile finanziare programmi nel campo della salute, dell’istruzione e del buongoverno. Nella scelta dei progetti si tiene conto anche delle esigenze espresse dalla società civile nel Paese di provenienza. L’esperienza insegna che, per ogni singolo caso, è necessario valutare nuovamente quale sia il meccanismo di restituzione più adatto (l’approccio «one size fits all» non viene applicato).

Ultima modifica 13.09.2022

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