Berna, Comunicato stampa, 03.12.2015

Temi centrali del Consiglio dei ministri dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) tenutosi a Belgrado sono stati la sicurezza in Europa e la crisi in Ucraina. Si è parlato tuttavia anche delle nuove sfide rappresentate dall’estremismo violento e della problematica dei migranti. Il consigliere federale Didier Burkhalter ha esortato gli Stati OSCE a unire le forze per affrontare insieme queste sfide.

I ministri degli esteri dell’OSCE e i capi delle delegazioni posano per una fotografia di gruppo alla riunione del Consiglio dei ministri del 2015 a Belgrado. © OSCE
I ministri degli esteri dell’OSCE e i capi delle delegazioni posano per una fotografia di gruppo alla riunione del Consiglio dei ministri del 2015 a Belgrado ©

In occasione della riunione annuale dei ministri e delle ministre degli esteri dei Paesi partecipanti dell’OSCE il consigliere federale Didier Burkhalter ha sottolineato l’importante ruolo che l’Organizzazione può svolgere per ripristinare la sicurezza in Europa: continua infatti a non essere un momento facile per la sicurezza europea e la crisi ucraina non è ancora risolta. L’OSCE rappresenta uno strumento per affrontare insieme i problemi e ristabilire un clima di fiducia tra le parti. Per quanto riguarda il conflitto ucraino, l’invio di una missione di osservazione e un accordo di cessate il fuoco, da qualche tempo relativamente stabile, hanno permesso di fare importanti passi avanti. Sono però necessari altri sforzi per porre fine alla crisi, ha aggiunto il consigliere federale Burkhalter.

Didier Burkhalter ha inoltre ricordato la necessità di portare avanti contemporaneamente anche la discussione sul rafforzamento della sicurezza comune nel continente dando in particolare la priorità alla stabilità delle regioni che si trovano al confine con i Paesi NATO e con la Russia. «Dobbiamo sostenere questi Stati quando cercano di rafforzare la propria sicurezza, evitando, al contempo, che in situazioni di insicurezza siano coinvolti altri Paesi», ha affermato il consigliere federale, che ha inoltre ribadito l’importanza di instaurare relazioni economiche, utili per ricomporre le fratture esistenti. In questo contesto Burkhalter ha espresso il proprio apprezzamento per il lavoro del «Panel of Eminent Persons» che oggi a Belgrado ha presentato il suo rapporto finale e le sue raccomandazioni per il superamento della crisi che sta attraversando la sicurezza in Europa. Questo gruppo, composto da 15 esperti ed esperte provenienti dall’area OSCE, è stato creato alla fine della presidenza svizzera per coadiuvare gli Stati partecipanti nella costruzione di un dialogo ampio e costruttivo sulla sicurezza. Una volta concluso il lavoro del panel, sta ora alla politica avviare e approfondire un processo diplomatico, ha detto il consigliere federale Burkhalter, aggiungendo che la Svizzera ha sostenuto in questo senso la Germania e l’Austria che assumeranno la presidenza dell’Organizzazione nel 2016 e nel 2017.

Il capo del DFAE ha affermato che solo con la cooperazione di tutti gli Stati partecipanti l’OSCE potrà affrontare in maniera efficace le nuove sfide, come la lotta contro l’estremismo violento e la minaccia costituita dal terrorismo, che richiedono soprattutto misure preventive.

Anche il dibattito sui problemi legati alla crisi dei profughi e alla migrazione dovrebbe essere portato avanti da tutti gli Stati partecipanti dell’OSCE e nella discussione, ha dichiarato il consigliere federale, si dovrebbero coinvolgere i Paesi di provenienza e di transito nonché quelli che costituiscono il punto di arrivo di questi movimenti migratori. I problemi attuali mettono inoltre in evidenza la centralità dei partenariati dell’OSCE con Paesi dell’area del Mediterraneo meridionale (gruppo OSCE Mediterraneo) e dell’Asia (gruppo di contatto asiatico), ha affermato Didier Burkhalter.

A margine del Consiglio dei ministri si è svolto anche un incontro dei membri della troika dell’OSCE. Con il presidente in carica Ivica Dacic (Serbia) e con il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier (presidenza OSCE 2016), il consigliere federale Burkhalter, presidente dell’Organizzazione nel 2014, ha parlato tra le altre cose dell’attuale situazione in Ucraina e del supporto alla presidenza tedesca nel corso del prossimo anno. La troika, che riunisce il presidente in carica, il precedente presidente OSCE e quello che assumerà la funzione l’anno successivo, svolge un ruolo di sostegno per la presidenza in corso.

Il consigliere federale Burkhalter ha colto l’occasione rappresentata dall’incontro di Belgrado per curare contatti bilaterali con il segretario di Stato americano John Kerry, l’Alta rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, il ministro degli esteri austriaco Sebastian Kurz e rappresentanti della società civile.

Tre anni di partecipazione della Svizzera alla troika dell’OSCE

Alla fine del 2015 la Svizzera esce dalla troika dell’OSCE, della quale il consigliere federale Burkhalter ha fatto parte per tre anni in tre formazioni diverse: nel 2013 con l’Irlanda (presidenza 2012) e l’Ucraina (presidenza 2013), nel 2014 come presidente OSCE insieme a Ucraina e Serbia (presidenza 2015) e nel 2015 con la Serbia e la Germania (presidenza 2016).

Quest’anno i membri della troika sono anche stati insigniti, a nome dell’OSCE, di due premi: nel mese di febbraio l’OSCE ha ricevuto il premio Ewald von Kleist della Conferenza sulla sicurezza di Monaco per il suo impegno a favore della pace e della sicurezza, e nel mese di settembre ha ritirato il «Kaiser Otto Preis» conferito dalla città di Magdeburgo, capitale del Land Sassonia-Anhalt.

Durante l’anno successivo alla presidenza OSCE, il consigliere federale Burkhalter ha presieduto infine il gruppo di contatto asiatico dell’Organizzazione e in questa funzione ha aperto il 1° giugno 2015 a Seoul la Conferenza asiatica dell’OSCE incentrata sulla sicurezza cooperativa.

La presidenza svizzera del 2014 aveva come filo conduttore «Costruire una comunità di sicurezza al servizio della gente». L’anno in questione è stato profondamente segnato dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Nel suo rapporto sulla presidenza OSCE del 27 maggio 2015 il Consiglio federale è giunto tuttavia alla conclusione che questo contesto così difficile ha permesso alla politica estera svizzera di emergere mettendo in evidenza la sua autonomia e la sua capacità di costruire ponti. «In tale difficile situazione sono emerse con chiarezza le opportunità correlate al carattere autonomo e mediatore della politica estera svizzera. Durante l’anno di presidenza, la Svizzera ha saputo mediare soluzioni di compromesso nel quadro di intensi negoziati diplomatici, dimostrando la grande utilità dell’Organizzazione e contribuendo alla sua rivitalizzazione».

Dal 2016 la Svizzera, come Paese partecipante dell’OSCE, continuerà a impegnarsi a favore della sicurezza e della pace in Europa. Insieme alla Germania, all’Austria e al Principato del Liechtenstein, la Svizzera ha inoltre deciso di affrontare le tematiche dell’OSCE nel quadro dei periodici incontri dei ministri degli esteri dei quattro Paesi di lingua tedesca.


Informazioni supplementari:

Allocuzione del Consigliere federale Didier Burkhalter alla 22a riunione del Consiglio dei ministri dell'OSCE
La Svizzera è membro della troika dell’OSCE
Presidenza dell’OSCE 2014


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Ultima modifica 19.07.2023

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