Nova Friburgo, Nueva Helvecia e Baradero: la storia dell’emigrazione svizzera in America del Sud rivive a Soletta
Durante l’incontro ufficiale tra il consigliere federale Ignazio Cassis e il ministro degli affari esteri del Brasile Mauro Vieira, lo scorso 30 aprile, si è rievocato un capitolo della storia che lega la Svizzera e il Paese sudamericano. Mauro Vieira, infatti, è discendente di emigrati svizzeri che si insediarono nella colonia svizzera di Nova Friburgo all’inizio del XIX secolo. Ripercorriamo la storia dell’emigrazione svizzera in America del Sud e scopriamo in che circostanze e con quali modalità ha avuto luogo.
Nel 1839 il pittore svizzero Johann Jacob Steinmann regala al mondo una delle prime raffigurazioni di Nova Friburgo, con le case rudimentali in cui si stabilì la comunità di emigrati. © Friburgo, Archivi privati
Nel luglio del 1819 Viktor e Josef Jecker lasciano Erschwil, nel Cantone di Soletta, insieme alla famiglia, intenzionati a raggiungere la futura colonia di Nova Friburgo, in Brasile. Più di 200 anni dopo, il ministro degli affari esteri brasiliano Mauro Vieira, discendente degli Jecker partiti da Erschwil, fa ritorno in Svizzera. Le sue origini svizzere trapelano anche dal suo nome completo: Mauro Luiz Iecker Vieira. Il 30 aprile, durante l’incontro con il consigliere federale Ignazio Cassis svoltosi a Soletta nell’ambito di una visita ufficiale sono stati rievocati, ripercorsi e commemorati 200 anni di un capitolo della storia svizzero-brasiliana e i legami tra i due Paesi.
Gli Jecker, insieme ad altri 2000 cittadini e cittadine svizzeri – in maggioranza Friburghesi (800 persone), ma anche Vallesani, Giurassiani, Lucernesi, Argoviesi e Solettesi – erano partiti alla volta del Brasile nel luglio del 1819. Ma perché attraversare l’Atlantico per stabilirsi in America del Sud? «La prima parentesi del XIX secolo fu segnata in Svizzera da anni di miseria, anni bui e senza sole a seguito dell’esplosione di un vulcano in Indonesia nel 1815», spiega lo storico friburghese Martin Nicoulin, autore del libro «La Genèse de Nova Friburgo» (la genesi di Nova Friburgo).
Basilea, Paesi Bassi, Brasile
Le autorità cantonali in Svizzera sono alla ricerca di soluzioni: a Friburgo, il Governo dell’epoca valuta quindi la possibilità di un’emigrazione verso il Brasile e invia Sébastien-Nicolas Gachet, di Gruyères, a negoziare con i rappresentanti di re Giovanni VI del Portogallo, in esilio a Rio. Nel maggio del 1818 questi firma un decreto che autorizza la fondazione della colonia di Nova Friburgo. Le condizioni sono date e le cose si concretizzano. Il punto di raccolta per la grande partenza verso il Brasile è Basilea, dove la comunità di emigranti si imbarca su sette navi. Dopo una sosta in un campo a Dordrecht, nei Paesi Bassi, inizia l’attraversata dell’Atlantico. «A bordo le condizioni erano difficili, si viveva nella promiscuità. L’estenuante attraversata atlantica fu funestata da tempeste e malattie, alle quali quasi 400 delle 2000 persone partite dalla Svizzera non sopravvissero», racconta Martin Nicoulin.
Dopo un viaggio per mare di diversi mesi, il contingente di emigranti svizzeri raggiunge il Brasile e fa tappa nei pressi di Rio de Janeiro, prima di affrontare un nuovo travagliato spostamento verso Nova Friburgo. La zona è montuosa e devono attraversare diversi passi. Giunti finalmente nella colonia svizzera, si sistemano in rudimentali case a schiera. La città di Nova Friburgo viene inaugurata ufficialmente il 17 aprile 1820. «L’obiettivo della comunità svizzera era creare una sorta di Gruyère brasiliano a Nova Friburgo. Ma il clima rese le cose più complicate del previsto. Alcuni coloni si dedicarono così al commercio del caffè», spiega lo storico, che ha visitato Nova Friburgo in numerose occasioni. «È stato molto commovente incontrare così tanti discendenti di emigrati svizzeri, con nomi come Genoud, Robadey, Folly e Macheret».
Ondata migratoria anche in Argentina
Il XIX secolo è segnato in Europa da crisi agricole e industriali. Molti Svizzeri e Svizzere decidono di emigrare e si stabiliscono, oltre che in Brasile, anche in altri Paesi sudamericani, per esempio in Uruguay – dove nel 1861 viene fondata Nueva Helvecia, a 120 km dalla capitale Montevideo – ma anche in Paraguay, Cile e Argentina.
«Il Paese che attira maggiormente è l’Argentina», precisa Martin Nicoulin. Tra il 1850 e il 1930 vi emigrano più di 40 000 Svizzere e Svizzeri. Un migliaio si stabilisce a Baradero, nella provincia di Buenos Aires, dove nel 1899 la Société suisse de Baradero fonda una «casa suiza».
Nell’opera «Les Suisses dans le vaste monde», edita nel 1931 dalla Nuova società elvetica e dalla Commissione degli svizzeri all’estero, si legge di una vita sociale che per molti aspetti assomigliava a quella di un grande villaggio svizzero. Vengono per esempio create associazioni di tiro e di canto, come la Tiro Suizo de San Carlos, istituita nel 1862, che fu la prima società di tiro a segno in Argentina, secondo quanto documentato nell’opera. Altri emigrati ed emigrate svizzeri scelgono come nuova dimora la provincia di Santa Fe. Hermes Binner, discendente svizzero di origini vallesane, ne è stato il governatore dal 2007 al 2011.