Comunicato stampa, 26.02.2024

La Svizzera prende atto del quarto rapporto della commissione d’inchiesta dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), che ha indagato sulla responsabilità dell’utilizzo di armi chimiche il 1° settembre 2015 nella città siriana di Marea. La Svizzera condanna con fermezza l’impiego di queste armi e chiede che tutte le parti in conflitto in Siria si astengano dal farvi ricorso e rispettino le norme del diritto internazionale umanitario. I responsabili di crimini internazionali in Siria devono essere chiamati a rispondere di questi gravi fatti.

Il quarto rapporto della commissione d’inchiesta dell’OPAC («Investigation and Identification Team», IIT), pubblicato il 22 febbraio 2024, si è concentrato sull’impiego di armi chimiche a Marea, 25 chilometri a nord di Aleppo. Il rapporto conclude che ci sono ragionevoli motivi per ritenere che unità dell’organizzazione terroristica nota come Stato islamico (ISIS) abbiano usato l’iprite (chiamata anche «gas mostarda» a causa del suo tipico odore) negli attacchi per catturare la città di Marea. L’IIT ha rilevato che la mattina del 1° settembre 2015 contro Marea sono stati sparati proiettili con uno o più pezzi di artiglieria, apparentemente senza un obiettivo preciso. Al momento dell’impatto, almeno sei dei proiettili sparati dalle aree controllate dall’ISIS hanno rilasciato una sostanza nera e viscosa. Almeno undici persone entrate in contatto con questa sostanza hanno manifestato sintomi compatibili con il contatto con il gas mostarda.

La Svizzera, rappresentata all’OPAC dall’ambasciatrice Corinne Cicéron Bühler, condanna fermamente l’accaduto. Il divieto di usare armi chimiche si applica a tutte le parti in conflitto, in ogni momento e circostanza. La Svizzera esorta pertanto tutti i belligeranti nel Paese a rispettare il diritto internazionale pubblico e in particolare il diritto internazionale umanitario, e chiede che i responsabili siano chiamati a rispondere di questi gravi fatti. Quale membro eletto del Consiglio di sicurezza dell’ONU, si impegna anche nel quadro di tale organo per il rispetto del diritto internazionale pubblico, adoperandosi a favore del rafforzamento della Corte penale internazionale, della lotta contro il dilagante clima di impunità per i crimini più gravi e della protezione della popolazione civile e di altre vittime del conflitto.

L’IIT riceve da tempo il sostegno politico e finanziario di numerosi Paesi, tra cui la Svizzera, che contribuisce in modo particolare alle attività dell’OPAC con il laboratorio di Spiez, premiato dall’organizzazione per i suoi servizi nel novembre 2023. Oltre a indagare sull’uso di armi chimiche, la Svizzera si adopera in generale per prevenirne la produzione. A tal fine, si impegna a effettuare controlli efficaci sulle esportazioni. La Svizzera ha inoltre sostenuto la decisione dell’ultima Conferenza degli Stati parte dell’OPAC di novembre 2023, che ha raccomandato, tra l’altro, agli Stati parte alla Convenzione sulle armi chimiche (CAC) di adottare misure per impedire il trasferimento di beni per la produzione di armi chimiche a destinatari abusivi in Siria. Il fatto che un attore non statale sia stato indicato come autore dell’attacco con armi chimiche del 2015 a Marea sottolinea la necessità di queste misure.

La Svizzera è decisa a portare avanti il proprio impegno umanitario a favore della popolazione colpita dal conflitto in Siria e nei Paesi confinanti, che hanno accolto la maggior parte dei profughi. Inoltre, continuerà a offrire i propri buoni uffici per contribuire a una pace duratura in Siria. A tal fine sostiene in particolare il processo di pace dell’ONU a Ginevra.


Informazioni supplementari:

2023 OPCW-The Hague Award
Quarto rapporto della commissione d’inchiesta dell’OPAC (en)


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Ultima modifica 19.07.2023

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